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Questa lettera è un piccolo capolavoro. Vibra, in essa un sentimento della natura, rarissimo fra gli antichi, e qualche cosa di squisito che non può esser proprio che di un’anima aperta alle più vaghe impressioni. Quanti pensieri saran passati per la mente del giovanetto meditabondo che, dal colle solitario, fra una pagina e l’altra d’Omero, guardava il mare, le navi e la lontana Costantinopoli! Quest’ultimo figlio della Grecia risentiva in tutto l’incanto della civilt

Al racconto d’un fatto toccante un’ansia affannosa le agitava il seno, e allora Silvio non badava più al taglio del vestito, guardava la calzatura, ma intendeva gli avidi sguardi dove batteva quel cuore. Il suono d’un campanello rompeva l’incanto, la nonna o lo zio avevano bisogno di lei, Maria scattava come una susta e spariva, e Silvio restava con un palmo di naso.

Dell’ombra io spierò sogni e misteri, e del silenzio i fremiti sommessi; e ingenue laudi comporrò con essi che tu modulerai lungo i sentieri....» «.... Vanni, m’ha desta il brivido dell’alba, dormìi sull’erba come in un lenzuolo: chi fu che mi vegliò tacito e solo, sotto l’incanto della luna scialba?...

La mia bocca mutevole in un’ora ebbe note di gioja e d’innocenza, e lo stupor del sonno e la scïenza del male, e l’urlo tragico che implora. A me ogni sera rinnovò l’incanto d’esser diversa, di scordare il mio sogno per altri sogni, il pianto mio per l’aspra volutt

Eravate in balìa di me. Mi ricordo d’aver veduto una volta rimontare d’un tratto a galla un palombaro che aveva perduto i suoi calzari di piombo: una specie di mostro grondante. Così qualcuno è risalito nel vostro sonno, all’improvviso: quell’altro uomo, quel mostro che v’abita. Era spaventevole. E non m’era nuovo: lo conoscevo! Egli tenta di dissipare l’incanto con uno scoppio d’ilarit

Chiare ombrelle di salici s’affacciano ai cancelli ove a spire il biancospino s’ingiglia. A tratti, nel languor divino, qualche petalo muor su la tua traccia. Tutto è lieve che par fatto d’ale e d’aria: anche il tuo passo e la tua forma terrena: e il senso par che in te s’addorma sotto l’incanto che non è mortale.