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Burgio e G. Gravina d. C. de G. contro l’Editto stesso e l’Ordinaria, e la delegata giurisdizione dei Vescovi. In Lucca 1759.

La condanna scagliata dai Cristiani contemporanei contro l’editto di Giuliano passò in giudicato anche pei secoli seguenti, divenne un verdetto irrivedibile, ed oggi ancora costituisce uno dei capi d’accusa contro l’utopistico imperatore. Ma tale condanna, certo, giustificabile dal punto di vista dell’apologia cristiana, può sostenersi se guardata con la serena imparzialit

L’editto del Cusani suscitò un pandemonio. Ecclesiastici insigni furon chiamati a dare il loro avviso. Un parere teologico diede P. Benedetto Piazza; uno canonico, P. Francesco Burgio: un altro, mezzo teologo, mezzo canonico, il molto Reverendo P. Giuseppe Gravina: tre scrittori di primo ordine. L’Arcivescovo con tutta la sua autorit

Così, uno degli atti suoi che, a torto, a nostro parere, ma che pure da uno scrittore partigiano, come Gregorio, potevano essere messi sotto la luce sinistra di una persecuzione religiosa, la condanna dei cortigiani di Costanzo, avvenne proprio all’esordio del suo regno, mentre l’editto di disapprovazione degli Alessandrini per l’uccisione del vescovo Giorgio, fu scritto da Antiochia.

L’editto, datato da Milano, nel 313, con cui Costantino, insieme al collega Licinio, riconosce l’esistenza legale del Cristianesimo, è un documento che farebbe grandissimo onore allo spirito filosofico dell’imperatore, se, con tutta la sua condotta successiva, egli non avesse dimostrato che quel decreto non era gi