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Aggiornato: 18 settembre 2025
Tepido ancora, e de le piaghe molle Era il bel corpo, e sanguinava il lito, Quando tra forti turbini s'estolle Ed a gli amici sguardi ecco è rapito; Froda fu di demon, che mostrar volle Esser l'atto terribile gradito, E che s'era adempiuto il fier decreto, Ed il cor di Sangario indi fu lieto.
A cotal voce rivoltai la faccia, ed ecco un uomo lieto, grasso e bello mi sovraggiunge e stretto a sé m'abbraccia. S'io gli fussi figliol, padre o fratello, io l'addimando vergognosamente. Chi fusse, egli rispose immantenente. Epicuro conveniens sententia.
Ad un cenno del capo-custode, Petronio, tutto lieto, si affrettò a togliere le manette al detenuto. Venga, signor cancelliere, abbiamo finito, diceva intanto il giudice a Passerini; e questi, contento anch'esso come Petronio, raccolse in fretta le carte e le penne.
I camerieri dell'albergo entrarono portando i grandi vassoi con le argenterie, le bottiglie e i piatti, e don Pio si sedè a tavola tranquillo e lieto come uno che sente il ritorno della vita, che sente la primavera dell'anima vivificarlo col soffio caldo della speranza.
Parlava con mia madre, lieto che un suo affare gi
Il principe sì leggero, sì lieto per natura, di umore sì vivace, rifletteva alla parte di giudice che gli spettava, con una calma, una seriet
Sarebbe morto lui pure. Ciò non lo turbava. Non faceva nessun conto della propria vita. Non valeva la pena di vivere, schiavo tra schiavi; e se il sacrifizio della sua vita avrebbe potuto accelerare alquanto il gran momento della redenzione, era lieto di farlo. Forse l'avrebbero arrestato.
Se da i bassi pensier talor m'involo e me medesmo in me stesso ritorno; s'al ciel, lasciato ogni terren soggiorno, sopra l'ali d'amor poggiando volo: quest'è sol don di voi, Tullia, al cui solo lume mi specchio e quanto posso adorno la 've sempre con voi lieto soggiorno, da santo e bel disio levato a volo.
Il giorno susseguente crebbero d'un centinaio capitanati da Plutino, e d'un centinaio la sera con Gerace. De Lieto e Plutino reggiani, Gerace di Catanzaro.
Di sopra, appoggiato a due infermieri, scendeva al gran cortile soleggiato ove i parenti, aspettandolo, gli preparavano cuscini in una carrozza un giovane convalescente, ancora assai pallido, ma così lieto, così felice d'andarsene! Gl'inservienti mi riconobbero. Oh, signor dottore nostro! Riverito dottore! Beato chi vi rivede! Mi sorrideva anche il convalescente, con lievi cenni di saluto.
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