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Aggiornato: 17 giugno 2025
O perchè errar a me così non lice con voi pe' i boschi, com'ho 'l core acceso, de l'onorate vostre fide scorte? Ch'avendo ogni pensiero al cielo inteso, vivendo viverei vita felice, e morta sperarei vincer la morte. XXVIII Allo stesso Varchi, il cui raro e immortal valore, ogni anima gentil subito invoglia, deh! perchè non poss'io, com'ho la voglia del vostro alto saver colmarmi il core?
La madre precettori le ha tenuti: una quondam leggiadra danzatrice; un mastro di cappella, che la aiuti a imparar ciò che lice e che non lice, e a far svenire i maschi sugli acuti e in sui bemolli a un passaggio felice; ed un maestro di lingue straniere, perch'ella fosse un'arca di sapere.
DON IGNAZIO. Se non che pregarla che m'accetti per sposo, pur se non sdegna cosí basso sogetto. ANGIOLA. Non sapete voi meglio di me che questo ufficio convien farsi col padre e non con lei, perché non lice ad una donzella dispor di se stessa?
Scendi su Rodi, e fa sentir tua voce, E i demon scaccia a la prigione orrenda; Di', che non sia la giù spirto feroce Sì che di nuovo a le battaglie ascenda; Michel s'inchina, ed a partir veloce Stringe grande asta con la man tremenda, Asta, ch'a braccio altrui vibrar non lice, Forte, grave, immortal, sterminatrice.
S'io non posi l'honor sì caro a tergo Hor voglio porlo, & solo amar vergogna che chi ciò fa, ben pò dir mi summergo S'io non feci ad alcun, torto o menzogna Hor voglio farlo a tutti, e più a chi me ama che pace, a chi vol guerra, non bisogna S'io cercai laude, precio, honor, e fama Hor cerco infamia, vituperio e scorno che un disperato altro, che mal, non brama Se l'opre mie da ognun lodato forno Hor sian biasmate, sì che ognun me offenda E che sol brama perir, chi ha scuro il giorno Se in me mai non trovossi una sol menda Hor ne surgano tante, ch'io sia occiso che morte, a' tristi par che nulta incenda Se sol mostrommi ognhor splendido il viso Hor me si mostri obscuro fosco, e negro che non convien lo inferno, al paradiso Se la luna mostrommi il volto allegro Hor me si mostri colma de ira, e sdegno che luce brama il sano, e obscuro, l'egro Se hebbi propitio ogni celeste segno Hor me sian contra, congiurati a morte che è buon morendo uscir, de affanno e sdegno Se fortuna mi tenne in lieta sorte Hor invida, e contraria, me si facci che chi non pò haver ben cerca vie torte Se amor mostrommi ognhor benigna faccia Hor me si mostri, & facci empio tyranno che chi non de' fallir, iusto è che giaccia Se da vener fui posto ad alto scanno hor mi summerga nel proffundo abysso che assai melio è un mortal che un longo affanno S'io tenni a cose vaghe l'occhio fisso hor chiudesi, e dispergo il vivo lume che lice il lume haver, che ha 'l scur demisso S'io godea primavera per costume hor son colmo de affanno, e di dolore che non pò rider, chi è converso in fiume.
105 Il re di Sarza, che gran tempo prima di Mandricardo amava Doralice, ed ella l'avea posto in su la cima d'ogni favor ch'a donna casta lice; che debba in util suo venire estima la gran sentenza che 'l può far felice: né egli avea questa credenza solo, ma con lui tutto il barbaresco stuolo.
44 Poi che non parla più Lidia infelice, va il duca per saper s'altri vi stanzi: ma la caligine alta ch'era ultrice de l'opre ingrate, si gl'ingrossa inanzi, ch'andare un palmo sol più non gli lice; anzi a forza tornar gli conviene, anzi, perché la vita non gli sia intercetta dal fumo, i passi accelerar con fretta.
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