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Aggiornato: 9 giugno 2025
Ascoltavano come lo stormire di una immensa foresta. Emilia si scosse la prima, bruscamente, atterrita. Udì le parole intime dell'uomo, e le interruppe con un grido, chinandosi su di lui: Ma io, io, non vi conosco, Cesare!... Io non so chi voi siate!... Che cosa avete fatto di me? È vero, disse il Lascaris. Hai bisogno del mio passato, Emilia, per giudicar del nostro avvenire.
Il Lascaris si strinse nelle spalle; egli era innanzi al tavolino da tè, e passava macchinalmente le tazze, guardandone il fondo zuccherato, quasi a trovarvi un'idea. Non è probabile, disse finalmente, per dire. -È molto probabile, invece, che ella si opponga.
Cose incredibili! esclamò il Lascaris, passandosi una mano sulla fronte. Cose folli! Sì, sì, chiamatele idee romantiche, assurde; ma, ahimè, ciò non muta l'attrazione che hanno per lei!... E tu, interruppe Cesare, prendendola per le mani, tu non hai saputo opporre nulla, non hai saputo vincerla, non ti sei ricordata che si trattava del nostro amore, della nostra vita!
Ed Emilia, che camminava con lo sguardo a terra, parve ergersi più dritta, liberata da un peso invisibile; alzò gli occhi, incontrò gli occhi del Lascaris, e si trattenne a forza per non sorridergli. «Com'è bella!» ripensò questi, un po' umiliato di non trovare altro per lei.
Così, prima che sorgesse il dramma, la giornata simmetrica si dissolveva nel circolo del tempo. Mentre Cesare Lascaris percorreva la strada ineguale, a piccole salite e a piccole discese, tra il villaggio e Pieve di Sori, Emilia comparve ritornando dal bagno, per un viottolo di fianco digradante al mare.
La sua malattia è orribile, senza speranze!... Ascolta!... mormorò improvvisamente, con la voce fioca. Che cosa è questo?... Un romore! Addossato a uno dei tronchi i quali sostenevano il chiosco ai quattro angoli, il Lascaris appena gettò uno sguardo fuori, dicendo: Sar
Di tratto in tratto, il Lascaris aveva per l'inconsapevole morente un lampo di vera tenerezza; la consigliava e la correggeva, quasi una sorella.... Andiamo, selvaggia! Andiamo, cavalletta, si tenga bene sul busto, porti alto il capo.... Su, un poco d'energia, Lei che vuol essere bella! Perchè s'incurva così?
Posso andarne mallevadore, perchè l'autore di Roberta sono io. La prima volta che Cesare Lascaris entrò in casa delle due sorelle, il cielo sfarfallava di lampi infaticabili a levante e a ponente, come per un'alternativa di colori liquefatti e largamente diffusi sopra una cupola immensa. Roberta era stata ripresa dal suo male.
Poscia cedettero senza rimorsi al piacere di parlar di sè, obliando un'altra volta la fanciulla. Quando passarono innanzi al viottolo digradante al mare, pel quale Emilia era comparsa e s'era incontrata col Lascaris, lo guardarono ambedue un istante, e trovarono bellissima la scorciatoia stretta, impedita qua e l
Allora, innanzi di passar nella camera dell'ammalata, Cesare Lascaris propose una serie di domande imbarazzanti su Roberta, mentre Emilia a testa bassa di fronte a lui rispondeva precisa e chiara, con una mal celata animosit
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