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Aggiornato: 5 maggio 2025


O glorïose stelle, o lume pregno di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s’ascondeva vosco quelli ch’è padre d’ogne mortal vita, quand’ io senti’ di prima l’aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d’entrar ne l’alta rota che vi gira, la vostra regïon mi fu sortita.

La del poverello io con dolcezza Invidiando, era commosso al pianto, E vergognava della ria stoltezza Che sovente di senno usurpa il manto; E allor tutta splendeami la bellezza Del culto ch'elevar può l'uom cotanto; E Carlo io pur pregava, e in me largita Tosto sentìa di maggior fede aita.

se buona orazion lui non aita, prima che passi tempo quanto visse, come fu la venuta lui largita?>>. <<Quando vivea piu` glorioso>>, disse, <<liberamente nel Campo di Siena, ogne vergogna diposta, s'affisse; e li`, per trar l'amico suo di pena ch'e' sostenea ne la prigion di Carlo, si condusse a tremar per ogne vena.

O gloriose stelle, o lume pregno di gran virtu`, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s'ascondeva vosco quelli ch'e` padre d'ogne mortal vita, quand'io senti' di prima l'aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d'entrar ne l'alta rota che vi gira, la vostra region mi fu sortita.

O gloriose stelle, o lume pregno di gran virtu`, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s'ascondeva vosco quelli ch'e` padre d'ogne mortal vita, quand'io senti' di prima l'aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d'entrar ne l'alta rota che vi gira, la vostra region mi fu sortita.

O glorïose stelle, o lume pregno di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s’ascondeva vosco quelli ch’è padre d’ogne mortal vita, quand’ io senti’ di prima l’aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d’entrar ne l’alta rota che vi gira, la vostra regïon mi fu sortita.

CARIZIA. E noi saremo perpetue serve e conservatrici della vostra salute. EUFRANONE. E noi quando di tanta largitá vi renderemo grazie condegne? DON IGNAZIO. Carissimo padre e nostro zio, vi abbiamo tal obligo che la lingua non sa trovar parole per ringraziarvi.

se buona orazion lui non aita, prima che passi tempo quanto visse, come fu la venuta lui largita?>>. <<Quando vivea piu` glorioso>>, disse, <<liberamente nel Campo di Siena, ogne vergogna diposta, s'affisse; e li`, per trar l'amico suo di pena ch'e' sostenea ne la prigion di Carlo, si condusse a tremar per ogne vena.

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boraccini

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