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Aggiornato: 18 giugno 2025
Ma un dissennato grido a un tratto levasi; E pare lacerante urlo di belva Ferita in una selva. Fra i denti acuti un ingranaggio portasi
Allo svoltare da piazza dei Marmi nel corso Alberto Amedeo, la contessa mise il capo allo sportello: un assembramento sbarrava la via. Ad un tratto, Massimiliana sentì tremare la mano che teneva nella sua, vide la contessa ricacciarsi indietro. «Che è?...» E come anch'ella sporse il capo, vincendo la resistenza dell'amica, gettò un grido lacerante.
Che urlo! che urlo rauco, selvaggio, lacerante!... Il mostro ansava, sbuffava, fremeva, sprizzava faville di fuoco il mostro di ferro che come un serpente si snodava e spariva.... Se dall'oppresso mio petto potesse esalare un simile urlo, rauco, selvaggio, lacerante!... Che cosa hanno rovesciato sul mio petto?
Respirando dei sali, sotto l'azione di bagnature fredde sulla fronte e sulle labbra, la sofferente si era scossa dal suo letargo; poi, battute un poco le palpebre, aveva spalancato gli occhi, e scorta Massimiliana curva su di lei, l'aveva stretta a sè con una forza che non si sarebbe sospettata in quel miserabile corpo stremato dal male. Si sentiva una specie di singulto rauco, di querela soffocata ma così lacerante, che la contessa di Verdara ne era rimasta turbata ed oppressa. Ella era nello stesso tempo piena d'imbarazzo, presentendo un secreto fra le due donne, persuasa che nessuna intimit
Ah, Tullio! ella gridò dietro di me con un grido lacerante che significava: "Non ti vedrò più." Io feci l'atto di tornare a lei. Via, via ordinò il dottore, con un gesto imperioso.
Vedendolo entrare, col sembiante così decomposto, Bambina divenne scialba come raggio di luna. Di uno slancio, ella saltò sulle ginocchia del fratello e cingendo delle sue braccia le testa fulminata del povero prete, se l'attirò sul petto. Di', che hai tu dunque, fratello, gridò dessa con voce lacerante. Tutto è perduto, povera ragazza mia, rispose Don Diego: il pane e l'onore.
Una sera, da una stanza lontana mi giunse un grido di lei, lacerante; e io corsi, e la trovai in piedi, addossata a un armario, convulsa, che si torceva come se avesse inghiottito un veleno. Mi afferrò una mano e me la tenne stretta come in una morsa. Tullio, Tullio, che cosa orribile! Ah, che cosa orribile!
Dopo due ore di amore forsennato, atroce, lacerante, disperato, scendiamo languidi stanchi felici nella strada affocata per portare le nostre anime al mare che ha i lenti balsami le filosofiche brezze persuasive i lunghi sorrisi d'oro ridente e prezioso. Ondeggiamo nella carrozzella a Mergellina. Sera calda, gonfia di tutti gli odori agrodolci leziosi delle alghe.
Parola Del Giorno
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