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Aggiornato: 23 maggio 2025
Alma del vero bel chiara sembianza, a cui non può far schermo nè riparo così gentil e cristallina stanza che non mostri di fuor l'altero e raro splender, che sol ne da ferma speranza del ben, ch'unqua non fura il tempo avaro: deh! fa, se morta m'hai, ch'in te rinnovi acciò di doppia morte il viver pruovi. Vat.
Un momento di silenzio e di meditazione seguì le parole della fanciulla. «Io più nulla temo su questa terra!» rispose l'altero crollando il maestoso e terribile capo. «Nulla! nulla! E voi dunque non mi accettate come servo e come schiavo?» Vi era tanta eloquenza nelle rozze e superbe parole del brigante!
Maniscalco dunque, attorniato da' suoi, scoteva l'altero suo capo, e gettava sulla moltitudine uno sguardo di disprezzo, e la moltitudine, come se raccogliesse la sfida dell'insolente, calcavasi sulla siepe di sgherri che corazzava il malvivente, premevala, e dal seno di quell'onda di popolo scaturiva una di quelle figure, che la poesia dipinge dominatrici delle tempeste, sieno esse di genti o di elementi.
«.... Anche il Montalto, il contegnoso, l'altero Montalto, è venuto alla nostra festa. Egli era assai pallido, forse a cagione della ferita che ha toccata di recente in duello. Ma debbo io dirtelo? Egli m'è parso da meno della sua gran fama; impacciato, non disinvolto; più timido a gran pezza che altero.
Poi che al veggente immaginar l'altero Ribellator degli uomini si tolse, E mirò intorno il vasto Circo, un alto Silenzio s'assidea sui tenebrosi Menïali titanici, e fra' rotti Pilastri ed i corintî archi passavano Lunghe file di mute Ombre e la luna, Ei mirava e tacea. Ma tu nei santi Penetrali del ciel gi
Non è sì grato ai caldi giorni il tuono Che speranza di pioggia al mondo apporte, Come fu caro alle feroci genti L'altero suon de' bellici instrumenti.
Come vi piace, monsignore, riprende l'abate. Certo è però che Goccelino ebbe a sopportare grave riprensione dal marchese, lunga omelia dalla contessa, ed aspro e schernevole garrito dal siniscalco suo zio. Fastidito del pettegolezzo di quella corte, e' si accommiata dalla castellana e dallo sposo di lei, e se ne torna a Parma dove i signori di Correggio gli venivano altresì un poco parenti per parte di madre. Ma perchè neppur quel paese lo guariva dal fernetico, se ne rivenne alla casa paterna per disacerbare il duolo con la lontananza e l'amorevolezza dell'eccellente padre suo. Capitò allora che Cuno fosse a Roma. Goccelino vi si recò incontanente ed al fratello raccontò dell'affronto ricevuto. L'altero spirito di Cuno, che nelle dignit
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