Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 1 giugno 2025


Ma perchè, Dio santo, perchè?..... proruppe Laurenti, cogli occhi gonfi di lagrime. Questo, signora, è odio di , e un'anima eletta non ha da sentire di così brutte passioni. Odio? no rispose l'inferma. Io non ho mai odiato nessuno, lo giuro a Dio che mi ascolta, e che Ella ha invocato. Non odio neppur me, povera creatura, che non ho mai fatto male ad alcuno.

Ma la contentezza d'aver riveduto il figliuolo, e l'impeto di tanti e così diversi affetti risvegliati da quel lungo colloquio avevano prostrata del tutto la povera sofferente. A un'ora di notte, quando il Ghezzo venne per mandar in pace i due intrusi, trovò l'inferma svenuta, bagnata di freddo sudore, e i due giovani affaccendati inutilmente per richiamarla alla vita.

Verso il fine di febbraio Rosilde tornò a stare meglio, ma era tanto debole stavolta, tanto sfinita che la convalescenza progrediva molto stentatamente. La rigidezza dei clima la teneva in continue oscillazioni. Il dottore pensava con viva inquietudine ai venti e alle pioggie del marzo imminente. Una settimana di tempesta poteva uccidere l'Inferma. Allora egli suggerì il ritorno in Italia.

Giusto, la viscontessa d'Archenval riposava quel giorno sopra una sedia lunga, in una fase improvvisa di peggioramento; talchè, dopo essere stata un poco accanto a lei, come l'inferma si assopiva, Rosalia di Verdara potè passare con Massimiliana nella camera di quest'ultima.

L'inferma, antica genitrice ognora Benediceva a te con grande affetto, Perchè al minor fratello ed alla suora D'alta amicizia andar godevi stretto: Furono a Giulio giovincello ancora Quai di padre tue cure e il tuo precetto, Ed amai Giulio perocch'ei t'amava, E l'alma tua del nostro amor brillava.

Quando la fanciulla era stanca da non potersi più reggere in piedi incominciò la convalescenza per la mamma: era tempo. Il dottore prediceva che fra pochi giorni l'inferma avrebbe potuto alzarsi, e intanto la fanciulla poteva dormire di più mentre la mamma non aveva più febbre, la ferita s'andava rimarginando e non c'era bisogno di vegliare la notte.

Uno strano rammarico mi pungeva, ora che l'inferma andava di giorno in giorno migliorando. Mi si moveva in fondo al cuore un vago rimpianto verso i tristi giorni grigi passati dentro l'alcova, mentre giungeva cupa dalle campagne autunnali la monotonia della pioggia. Quelle mattine, quelle sere, quelle notti, benché penose, avevano una loro grave dolcezza. La mia opera di carit

Il male di Genova era antico; e le varie forme di governo con cui, dando volta nel suo letto di dolore, l'inferma aveva sperato di schermirsi, ora coi consoli, ora coi podest

L'inferma s'era sollevata un poco sulla persona; e, tenendo chiusi gli occhi, pregava, rassegnavasi a tutto quello che avrebbe di lei fatto il Signore, anche a non veder più i suoi figliuoli: pensava che Stella e Celso eran ricoverati in luogo sicuro, e offeriva al cielo anche l'angoscia provata per Damiano, la cui prigionia era forse stata per lei un colpo mortale.

In un canto, la monaca inglese empiva di ghiaccio una vescica; l'assistente ravvolgeva una fascia. Le cose tornavano nell'ordine e nella calma, a poco a poco. L'inferma rimase a lungo in quel sopore; la febbre comparve leggerissima. Nella notte però ella fu presa da spasimi allo stomaco e da un vomito infrenabile. Il laudano non la calmava.

Parola Del Giorno

prorruppe

Altri Alla Ricerca