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Aggiornato: 21 giugno 2025


Pensò e ripensò: stette un po'titubante: quindi, facendosi molto vicino a Roberto, e posando sulla tavola il paniere: Dagli occhi, mormorò, e da quello che io mi ricordo direi tu fossi Roberto.... Sono io.... Roberto.... Jannacone! Roberto... l'assassino! come ti chiamano nel paese. Ah, ! rispose Roberto, tremando.

In tutto il palazzo, dalle cucine, sotto il pianterreno, ove eran raccolti i servitori sino all'ultimo piano ove erano le cameriere, occupate a riordinare la guardaroba, si parlava del suicidio di Ciccillo Jannacone: e si rammentava il delitto commesso dal figliuolo di lui.

Roberto Jannacone è colui che si fa chiamare l'ingegnere Amoretti?... Ma mi dite il vero? È stato da me.... E che intende di fare?... Non so: egli è cupo, minaccioso: mi ha chiesto notizie della sua figliuola: sembrava incredulo, quando gli dissi ch'era morta.... Ne siete però sicura? Oh, questo è positivo.... E avete trattato anche con lui la vendita dei documenti?

Diana facea sempre qualche domanda intorno a Roberto Jannacone. La sera ne riparlò con la signora Teodora, accompagnandola nella sua camera.

Il principe era travagliato da un'idea. Forse la figlia, che Roberto Jannacone avea avuto da Enrica, come gli era stato riferito da Cristina, e ch'essa avea affermato esser morta, viveva sempre. Gl'importava appurarlo; ciò potea cambiare, da un istante all'altro, i disegni che gi

Jannacone! essa continuava. Sventurato! ma qual delitto ha commesso la societ

Con piacere.... se vuoi! Sicuro che voglio: e scriveremo intanto per darne annunzio a casa tua. Ma, dimmi, esclamò a un tratto Diana. Ti ricordi che in questo stesso salotto io una sera t'invitai a unirti con me per scoprire la persona malvagia, che avea cagionato co' suoi intrighi la perdita del povero Roberto Jannacone?...

Ciccillo Jannacone avea voluto lasciar subito il servizio del duca: e molti aveano fatto offerte al vecchio, ma egli se n'era tornato con un suo parente, e attendeva ne' campi a' suoi soliti lavori. Aveva un tacito risentimento contro la figlia del duca. Per lui, convinto dell'innocenza di Roberto, e cui niuna sentenza umana avrebbe potuto strappar tale convinzione, essa aveva mentito.

Oh, potete immaginare replicò il Venosa ch'appena quell'uomo pronunziò il casato Jannacone, gi

Enrica, mentre la mattina era nella serra, avea ricevuto una lettera, gettata nel grembo di lei da un fanciullo, che s'era poi dato a correre come un capriolo. Sulle prime Enrica fu tentata di buttar via quella lettera senza aprirla: ma un forte presentimento la vinse. La lettera era di Roberto Jannacone; egli le annunziava il suo ritorno; le dava convegno nel luogo più inaccesso del parco.

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