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levatemi dal viso i duri veli, si` ch'io sfoghi 'l duol che 'l cor m'impregna, un poco, pria che 'l pianto si raggeli>>. Per ch'io a lui: <<Se vuo' ch'i' ti sovvegna, dimmi chi se', e s'io non ti disbrigo, al fondo de la ghiaccia ir mi convegna>>. Rispuose adunque: <<I' son frate Alberigo; i' son quel da le frutta del mal orto, che qui riprendo dattero per figo>>.

Ma se tu sai e puoi, alcuno indizio da` noi per che venir possiam piu` tosto la` dove purgatorio ha dritto inizio>>. Rispuose: <<Loco certo non c'e` posto; licito m'e` andar suso e intorno; per quanto ir posso, a guida mi t'accosto. Ma vedi gia` come dichina il giorno, e andar su` di notte non si puote; pero` e` buon pensar di bel soggiorno.

48 Tolse il destrier ch'Astolfo aver solea, e quella lancia d'or, che, sol toccando, cader di sella i cavallier facea. Perché la le diè Astolfo, e dove e quando, e da chi prima avuta egli l'avea, non credo che bisogni ir replicando. Ella la tolse, non però sapendo che fosse del valor ch'era, stupendo.

ond’ ir ne convenia dal lato schiuso ad uno ad uno; e io temëa ’l foco quinci, e quindi temeva cader giuso. Lo duca mio dicea: «Per questo loco si vuol tenere a li occhi stretto il freno, però ch’errar potrebbesi per poco». ‘Summae Deus clementïae’ nel seno al grande ardore allora udi’ cantando, che di volger mi caler non meno;

Ficca mo l'occhio per entro l'abisso de l'etterno consiglio, quanto puoi al mio parlar distrettamente fisso. Non potea l'uomo ne' termini suoi mai sodisfar, per non potere ir giuso con umiltate obediendo poi, quanto disobediendo intese ir suso; e questa e` la cagion per che l'uom fue da poter sodisfar per se' dischiuso.

e fece la mia voglia tanto pronta di riguardar chi era che parlava, che mai non posa, se non si raffronta. Ma come al sol che nostra vista grava e per soverchio sua figura vela, così la mia virtù quivi mancava. «Questo è divino spirito, che ne la via da ir ne drizza sanza prego, e col suo lume medesmo cela.

Cercate 'ntorno le boglienti pane; costor sian salvi infino a l'altro scheggio che tutto intero va sovra le tane>>. <<Ome`, maestro, che e` quel ch'i' veggio?>>, diss'io, <<deh, sanza scorta andianci soli, se tu sa' ir; ch'i' per me non la cheggio. Se tu se' si` accorto come suoli, non vedi tu ch'e' digrignan li denti, e con le ciglia ne minaccian duoli?>>.

81 mai per lontananza, strettezza del viver, che i pensier non lascia ir vaghi, cessa Amor che gli ha la mano avezza, ch'ognor non li arda il core, ognor impiaghi. È forza al fin che torni alla bellezza che son di riveder gli occhi vaghi. Barbuto, afflitto, e assai male in arnese, l

Ma se tu sai e puoi, alcuno indizio da` noi per che venir possiam piu` tosto la` dove purgatorio ha dritto inizio>>. Rispuose: <<Loco certo non c'e` posto; licito m'e` andar suso e intorno; per quanto ir posso, a guida mi t'accosto. Ma vedi gia` come dichina il giorno, e andar su` di notte non si puote; pero` e` buon pensar di bel soggiorno.

Topo, che si credeva potersene ir libero a casa sua, venne invece fatto tradurre in una delle più strette prigioni.