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Aggiornato: 6 giugno 2025
Sovr’un poggio dirupato e per la più parte di macigno, che oggi a grandi filoni vedresti coperto di musco, d’edera e di gramigna e intersecato d’una folta querceta, sedeva un tempo il castello del Vergiolesi. Un duplice filare di cipressi gli apriva l’adito dal fianco di ponente: una forte e prolungata muraglia lo assicurava da mezzodì posando a scaglioni fin giù nel burrone.
Il Monumento del 2 maggio, che sorge nel punto dove furon fucilati il maggior numero degli Spagnuoli, benchè non abbia un valore artistico pari alla fama, è, per servirmi d'una parola da strapazzo ma significativa, imponente. È semplice, nudo, e al parer di molti anche pesante e sgraziato; ma arresta lo sguardo e il pensiero, anche di chi non sappia che cosa sia; a prima vista, si capisce che in quel luogo dev'essere accaduto alcun che di tremendo. Sopra un rialto ottagonale di granito con quattro gradinate, s'innalza un grandioso sarcofago di forma quadrata, munito d'iscrizioni, di stemmi, e d'un bassorilievo che rappresenta i due ufficiali spagnuoli morti il 2 maggio nella difesa del Parco d'artiglieria. Sul sarcofago sorge un piedistallo d'ordine dorico, sul quale stanno quattro statuette che simboleggiano l'amor di patria, il valore, la costanza, la virtù. In mezzo alle statue s'erge un alto obelisco, con suvvi scritto a caratteri d'oro: Dos de mayo. Intorno al Monumento si stende un giardino rotondo, intersecato da otto viali che convergono al centro; ogni viale è fiancheggiato da cipressi; il giardino è cinto d'una cancellata di ferro, circuita alla sua volta da una gradinata di marmo. Quel boschetto di cipressi, quel giardino chiuso e solitario, in mezzo al passeggio più allegro di Madrid, è come una immagine della morte in mezzo alle gioie della vita; non si può passar di l
Ci si faceva prendere aria due volte per giorno: la prima volta lungo i corridoi circondati da terrazzini, da cui è intersecato lo stabilimento: la seconda su, in un piccolo belvedere dal quale si godeva di un colpo d'occhio incantevole.
Il paesaggio si allargava ad ogni svolto della strada, ampio, sereno, intersecato da viottoli bianchi che si perdevano indefinitamente da lungi, sotto l'ombrello delle robinie. Il terreno leggermente ondulato univa la pianura ai monti, i quali si ripiegavano su di essa, al confine, a guisa di una legatura che stringe la perla.
Non ci pensate, disse Damiati, al caso gli lasceremo qualche moneta; poi fece loro ammirare il bellissimo paesaggio che si vedeva da quel posto: di faccia una fila di colline verdeggianti intersecato da strade che formavano delle righe bianche, poi giù una valle sparsa di paeselli con un torrente che scendendo dallo montagne l'attraversava e sul quale stavano in certi punti sospesi dei ponticelli pittoreschi.
Parola Del Giorno
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