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Aggiornato: 31 maggio 2025
Tacete! Tacete! Non voglio più udire le vostre infamie. La vostra demenza non merita che il bavaglio. La vostra furia non merita che la segregazione. Io e vostra madre abbiamo ancóra autorit
Sergio lasciò scappar lentamente un buffo di fumo azzurro dal suo sigaretto, e sclamò gittando il viglietto su i tizzoni: Sempre e poi sempre delle infamie anonime! Il viglietto cadde in un angolo del caminetto e si bruciò a met
Le pubbliche passeggiate di Parigi erano invase, al cader della notte, da uomini depravati che cercavano di soddisfare le loro ignobili passioni. Tutte le vie oscure e poco frequentate divenivano il teatro delle più turpi infamie; il Louvre, il palazzo ufficiale della regalit
Egli insomma si è bruttato di tutte le infamie, di tutti i delitti; ha maltrattati gli ecclesiastici, ha oltraggiato il papa è un empio furibondo e matto di cui la terra non ne sostiene peggiore. Chi attesta tutto ciò? sclama Baccelardo. Quando si danno di tali accuse, gli è mestieri che una fronte si scopra per sostenerle.
Non mi rispondi? seguitai, prendendole la mano ch'ella teneva abbandonata lungo il fianco. Tu non mi credi; tu hai perduto qualunque fede in me; tu temi ancora che io ti deluda; tu non osi di ridonarti perché pensi sempre a quella volta.... Sì, è vero: fu la più cruda delle mie infamie. Io n'ho rimorso come d'un delitto; e, anche se tu mi perdonerai, io non potrò mai perdonarmi. Ma non t'accorgesti tu che io ero malato, che io ero demente? Una maledizione mi perseguitava. E da quel giorno io non ebbi più un minuto di tregua, non ebbi più un intervallo di lucidezza. Non ti ricordi? Non ti ricordi? Tu, certo, sapevi che ero fuori di me, in uno stato di demenza; perché tu mi guardavi come si guarda un pazzo. Più d'una volta io sorpresi nel tuo sguardo una compassione penosa, non so che curiosit
Nessuno diffatto potrebbe dire che la contessa non fosse allora un pezzo di femmina ben ghiotto. Ma io non so comprendere come tu possa ripetere codeste infamie, e non fremere al solo pensarci. Fremerne?...sicuramente che uno può anche fremerne!
È impossibile enumerare tutte le infamie di questo genere delle quali sono vittime i nostri coloni. Il male è che il cattivo esempio viene dall'alto. Cito fra molti un fatto che posso documentare avvenuto recentemente a Yeru
Una donna di questa setta, Marcellina, venne a Roma, verso il 160, e vi fece molti proseliti col sudore del proprio corpo! Dopo i festini si commettevano le infamie carnali, quando, le grazie dette, il sacerdote massimo diceva: «Lungi da noi la luce ed i profani.» Allora si spegnevano le fiaccole, e quello che avveniva nelle tenebre, senza distinzione di sesso, di et
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