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Aggiornato: 10 giugno 2025
Non se ne parli più. Fatte queste parole, ce ne andammo a dormire. La mattina seguente, bevuto il caffè insieme coi nostri ospiti delle Vaie, prendemmo congedo da loro, per ritornarcene a Modena. Quando fui in sella, mi parve di essere Gino Malatesti. La fanciulla dei Guerri era l
La triste notte di Gino Malatesti non si descrive. Furono pianti dirotti, furono disperazioni a cui non recò tregua neppure il sonno, poichè lo accompagnavano dolorose visioni. Gino sognò i Guerri in carcere, accusati di lesa maest
Povero ragazzo! esclamò il vecchio Guerri. Come siete buono, Ruggero, e come meritate di esser felice! Credete pure che io sono dolentissimo di non potervi chiamare mio figlio. Del resto, lo scriverò molto chiaramente a vostro padre, ringraziandolo dell'onore che ci ha fatto e dicendogli le cose come stanno. Mia figlia ha un suo modo di vedere, che sembrer
È una burrasca che potrebbe dar noia anche a lui. Pellegrino Menghi, famiglio di casa Guerri, partì quella medesima notte da Fiumalbo, conducendo a Modena un carico di legname. Erano bei tronchi d'acero, debitamente stagionati, che andavano ad uno stipettaio modenese, la cui commissione era stata ricordata in buon punto.
Si era ai tempi, lo ricordate, che tutta Europa si dava pensiero di uno smisurato piroscafo inglese, chiamato per l'appunto il Leviathan dei mari. Oggi, il signor Francesco Guerri, se dovesse parlare del burchiello che aveva destinato al lago della Ninfa, lo paragonerebbe più volentieri al Duilio.
Siate uomo, conte Gino: pensate alla vostra famiglia, che rivedrete doman l'altro; a vostro padre, che abbraccerete domani. Ma io, signor Francesco.... padre mio... avevo posto il mio cuore qui! E se permettete.... No, amico mio! interruppe il vecchio Guerri, abbracciandolo. Non dite nulla, perchè il tempo stringe. Mi parlerete del vostro cuore, quando verrete a riprenderlo.
Del resto, soggiunse il vecchio Guerri, se domandano la cosa a me, non ho nessuna difficolt
Padre mio! esclamò la fanciulla. Sì, capisco; riprese il vecchio Guerri; la solita storia. Sto tanto bene così! Non mi mariterò mai! No, padre; rispose Fiordispina. Non voglio dir questo. Nella casa dove son nata non ho avuto che esempi di sincerit
Il conte Gino era giunto tra quei monti, era apparso a lei con l'aureola del proscritto. Fiordispina Guerri non aveva veduto il nobile, il cavaliere di citt
Perchè non me ne ha chiesto, ed io non ho avuto occasione di dirgliene. Del resto, eccolo qua; era alla vista di tutti. Così dicendo, la fanciulla dei Guerri si accostò alla sua piccola libreria, e di mezzo a certi libri trasse un volume rilegato di marocchino, coi fermagli d'argento. Gino prese il volume dalle mani di lei e lo aperse. Era tutto pagine bianche. Come? esclamò. Un albo vuoto?
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