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Aggiornato: 15 luglio 2025


Voi vedete quanto grande il debito dei Francesi nel conto che loro aperse la Italia, e delle poste antiche di Carlomagno si tace per compensarle con le antichissime, nostre di Giulio Cesare. Veruno di voi ignora la copia del sangue generoso che ci costò il primo impero: e che importavano a noi le guerre ispaniche, e che le boreali? Con le nostre mani dovemmo fabbricare le nostre catene, però la vittoria, la quale agli altri è madre gioconda di libert

Marlborough s'en va-t en guerre... 13 luglio 18...

Testimonio dell’eroismo degli Italiani nelle guerre del primo regno d’Italia non poteva rassegnarsi alla dominazione austriaca, e viveva ritirato in campagna, per non vedere i Tedeschi, ed anche per incontrare il meno che fosse possibile i suoi compatriotti che disprezzava per la pecoraggine colla quale subivano il giogo straniero.

I quattro libri della Romanticomachia sono destinati dall'autore ad essere una storia delle guerre tra i classicisti ed i romantici. Ma, siccome per entro a que' libri non appare orma di veritá istorica, cosí crediamo che l'autore preferisse a bella posta il genere romanzesco. La Romanticomachia ci par dunque dovere essere considerata come un romanzo.

Poi, avendo egli perseguitati e disfatti tutti coloro li quali avevano congiurato contro a Giulio Cesare, e finite nella morte d'Antonio e di Cleopatra le guerre cittadine, e molte nazioni aggiunte allo 'mperio di Roma; ed essendo a Roma venuti ambasciadori indiani e di Scizia, genti ancora appena da' romani conosciute, a domandare l'amicizia e la compagnia sua e de' romani; e, oltre a ciò, avendo i parti renduti i regni romani tolti a Crasso e ad Antonio; parendo a' romani questo essere maravigliosa cosa, il vollero, secondo che alcuni dicono, adorare per iddio: la qual cosa egli rifiutò del tutto.

In queste guerre fratricide si perde dunque la storia, finchè verso il 1840 si trova ras Aly nell'Amara e ras Ubiè nel Tigré che sono fra loro in guerra. Il primo vince il secondo, ma lo vuol trattare con troppa generosit

Interrogo difatti varie persone e tutte mi rispondono, facendo voti per la pace, e arrivando perfino a confessare che preferiscono la caduta della repubblica a nuove guerre e a nuovi disastri. Ah!... Francia, Francia come sei caduta nel basso: perché non ritrovasti in tanto sterminio l'eroismo di Missolungi?... Io non ti posso stimare.

Aveva egli avuto sentore della predilezione di Franciscolo per la Rosalia, e l'aveva creduta spinta chi sa fin dove. Ma poco brigandosi di ciò, coglieva volontieri un'occasione di vendicarsi del Pusterla coll'usurpargli l'amica. A lui, che si teneva per un gran che nelle guerre, metteva astio quel trovarsi soggetto a un garzoncello, che allora faceva le prime armi.

A chi l'aveva egli detto pel primo? Forse non se ne ricordava più, ma questa idea gli si era lentamente, mutamente, imposta come ad uno di quei grandi filosofi medioevali, che pensavano il pensiero di Dio, mentre intorno a loro ruggiva la più feroce bufera d'ignoranze e di guerre. Solo in una esistenza come la sua, tale immensa opera sarebbe stata possibile.

Annibale, capo in quella repubblica del partito della guerra, capitano giá vittorioso in Ispagna, e giovenilmente fecondo di quelle idee nuove ed ardite onde sorgono le guerre e i capitani immortali, ideò venir di Spagna a Italia per terra, attraversando Gallia transalpina, Alpi e Gallia cisalpina. Cosí fece. Gran disputa ne rimane tra gli eruditi, dove ei varcasse l'Alpi.

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