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Noi siam di voglia a muoverci si` pieni, che restar non potem; pero` perdona, se villania nostra giustizia tieni. Io fui abate in San Zeno a Verona sotto lo 'mperio del buon Barbarossa, di cui dolente ancor Milan ragiona. E tale ha gia` l'un pie` dentro la fossa, che tosto piangera` quel monastero, e tristo fia d'avere avuta possa;

Poi, avendo egli perseguitati e disfatti tutti coloro li quali avevano congiurato contro a Giulio Cesare, e finite nella morte d'Antonio e di Cleopatra le guerre cittadine, e molte nazioni aggiunte allo 'mperio di Roma; ed essendo a Roma venuti ambasciadori indiani e di Scizia, genti ancora appena da' romani conosciute, a domandare l'amicizia e la compagnia sua e de' romani; e, oltre a ciò, avendo i parti renduti i regni romani tolti a Crasso e ad Antonio; parendo a' romani questo essere maravigliosa cosa, il vollero, secondo che alcuni dicono, adorare per iddio: la qual cosa egli rifiutò del tutto.

Noi siam di voglia a muoverci si` pieni, che restar non potem; pero` perdona, se villania nostra giustizia tieni. Io fui abate in San Zeno a Verona sotto lo 'mperio del buon Barbarossa, di cui dolente ancor Milan ragiona. E tale ha gia` l'un pie` dentro la fossa, che tosto piangera` quel monastero, e tristo fia d'avere avuta possa;

Noi siam di voglia a muoverci pieni, che restar non potem; però perdona, se villania nostra giustizia tieni. Io fui abate in San Zeno a Verona sotto lo ’mperio del buon Barbarossa, di cui dolente ancor Milan ragiona. E tale ha gi

O Alberto tedesco ch'abbandoni costei ch'e` fatta indomita e selvaggia, e dovresti inforcar li suoi arcioni, giusto giudicio da le stelle caggia sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto, tal che 'l tuo successor temenza n'aggia! Ch'avete tu e 'l tuo padre sofferto, per cupidigia di costa` distretti, che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.

E cosí Enea fu similmente padre dello 'mperio, cioè della dignitá imperiale.

Compose ancora questo egregio autore nella venuta d'Arrigo settimo imperadore un libro in latina prosa, nel quale, in tre libri distinto, prova a bene esser del mondo dovere essere imperadore, e che Roma di ragione il titolo dello imperio possiede, e ultimamente che l'autoritá dello 'mperio procede da Dio senza alcun mezzo.

Noi siam di voglia a muoverci pieni, che restar non potem; però perdona, se villania nostra giustizia tieni. Io fui abate in San Zeno a Verona sotto lo ’mperio del buon Barbarossa, di cui dolente ancor Milan ragiona. E tale ha gi

E dice qui Enea esser padre di Roma e dello 'mperio, percioché quegli che di lui nacquero per sedici re, infino a Numitore, che fu l'ultimo della schiatta d'Enea, regnarono in Alba per ispazio di quattrocento ventiquattro anni.

E che questo fosse preveduto e ordinato da Dio, appare nelle cose seguite poi, tra le quali sappiamo Costantino imperadore, mondato della lebbra da san Silvestro papa, lasciò Roma e la imperial sedia al papa, e andossene in Costantinopoli; e oltre a questo, ordinò e fe' i suoi successori sempre con la loro potenza esser presti contro a ciascheduno il quale infestasse o turbasse la quiete della Chiesa di Dio e dei pastori di quella: per che meritamente dice l'autore essere stabiliti e Roma e lo 'mperio per lo santo luogo dell'apostolica sede.