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Aggiornato: 27 giugno 2025
Gustavo le passò un braccio intorno alla vita e guardandola con espressione di molto amore, soggiunse: Ah, perchè non posso condur meco anche te, mia buona ed adorata Lisa, in una teletta che facesse stare al disotto quella di tutte le altre? La tua bellezza, cara donna mia, disgraderebbe le più superbe pretensioni di quelle poppattole che tengono lo scettro della moda...
Scese le scale, la vide finalmente, e gli parve che, quantunque ancora bella, non fosse più dessa. Con isquisita galanteria seppe dissimulare la sua impressione, le prese la mano affettuosamente, gliela tenne stretta a lungo, e guardandola teneramente le andava ripetendo: Vi ricordate? vi ricordate?
Sul vestibolo, ella andò incontro al portiere che passeggiava di su e di giù, con le mani in tasca e la pipa in bocca. «Dove potrei trovare una carrozza?» Il vecchio aveva smesso di fumare, guardandola stupito. «In piazza del Teatro Massimo... Se vuole che vada io...» «No, grazie...»
Sì, è vero; e la faremo. Ma che vuoi tu dire con ciò? Questo, mia buona regina: che anch'io, dopo l'ossequio dovuto a Vostra Altezza, non vedevo più altro fuorchè don Cristoval Colon, il grand'uomo, il luminare del mondo. Come ne parli! esclamò Giovanna, guardandola fissamente negli, occhi. E non temi, dandogli questo titolo, di far torto ad Apollo, il dio della luce?
Emilia versò nuove lacrime, ma le più dolci emozioni ne mitigarono l'amarezza. La badessa la lasciò piangere senza interromperla, guardandola con quell'aria di bont
De Nittis sprofondato nel vecchio seggiolone, colla testa fra le mani, sembrava assorto in una cupa meditazione: che cosa era dunque accaduto? In tanti anni non l'aveva mai visto così. Lentamente sulle punta dei piedi, uscì per dire a Tonina di preparare al più presto una buona tazza di brodo. Sta male? chiese Tonina, guardandola coi piccoli occhi bianchi agitati.
Al vederla così mesta, egli si fermò sulla soglia un tratto; ma non potè tenersi che non corresse colle braccia tese verso di lei; e levandola dolcemente in piedi, e guardandola nel volto pallida e segnata di pianto recente, colla voce che seppe fare più dolce, le disse: «Bianca, e non parli?
Essa apriva la porta e non faceva mai in tempo a levarsi il fazzoletto dagli occhi. Così passarono sei mesi. Un giorno, dopo una settimana intera di preparativi e di esitazioni, mi feci forza e le dissi, guardandola fisso negli occhi: Padrona, io debbo partire da Firenze. Dove va? A casa mia.
Riconobbe Teresa e fece un atto di meraviglia. Si rivolse al medico, e additandola bisbigliò: «Sto male assai? Il vecchio dottore le piegò sopra la testa canuta guardandola con piet
Io le parlavo guardandola fissamente. Come più la guardavo, più mi sentivo turbare; ed ella certo doveva leggere nel mio sguardo, perché l'inquietudine in lei si fece palese. Io pensai con un'acuta ansiet
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