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Aggiornato: 20 maggio 2025
Quando vedo una bella aurora, l'amerò forse meno, perchè non è mia? l'amerei più, se fosse mia? Idee false, mia cara Biancolina, idee false, quando crediamo che per amar bene i bambini dobbiamo averne dei nostri. False almeno soggiunse Gisella, per una certa classe di persone; ad esempio per me. So bene che per voi, se non ne aveste, sarebbe una pena, non potendo amare e proteggere i miei.
Vedetelo appunto lassù; diceva Albertina, conducendo Gisella nel vano della finestra e indicando la montagna di contro. Quel masso che sorge assottigliandosi come una cuspide di tempio gotico, si chiama la Pietra Aguzza. È l
No, no, rispose Gisella, voglio legger tutto d'un fiato. A centellinare ci sar
Gisella non si adontò, non rise: calma, se non tranquilla, perchè ella pure doveva fargli una confessione solenne, rispose: Ebbene, anch'io, signor Maurizio, vi amo. Zitto, non mi dite più nulla. Non guastiamo il valore delle nostre parole; viviamo profondamente il silenzio di quest'ora. Qua, la vostra mano nella mia! Ma come arde la vostra, mio povero amico! Celeste oblìo.
Son per finire, o non le avremo più così lunghe. Le avremo ancora; rispose Gisella, con la breviloquenza che bisognava usare per certi argomenti. C'è una proroga al ritorno. Ah! Sì, una lettera di questa mattina; avevo dimenticato di dirvelo. Le esperienze di laggiù durano ancora, e sono molto interessanti; soggiunse ella, respirando.
Camillo, il suo fratello maggiore, rimasto italiano alla cura degl'interessi domestici, che erano tutti di qua dalla linea della Roia, era venuto improvvisamente a morire, lasciando orfana l'unica figliuola Gisella. Il generale, venuto a surrogare il fratello, aveva prese le redini della amministrazione domestica; e il tutore, un anno dopo, diventava marito. Come era avvenuto ciò?
La visione era sparita. Gisella sorrideva ancora, e cercava con gli occhi, pareva domandar qualche cosa, o qualcheduno. Chi? disse Maurizio il dottore? Ella fece un cenno di diniego col capo. Il generale? rispose Maurizio. Il capo e gli occhi di Gisella accennarono di sì. Maurizio si mosse sollecito, e andò dal generale, che era ancora assopito.
No, no, impossibile; non c'è tempo da perdere. Così dicendo, Maurizio infilava la scala. Al piano inferiore trovò illuminato il salone. Una figura di donna, in accappatoio bianco, veniva incontro a lui. Gli parve di veder Gisella, e tremò tutto: ma si riebbe tosto, riconoscendo Albertina. Oh Dio! diss'ella. Sempre disgrazie? Sorella mia, rispose tristemente Maurizio, è questo il tempo.
Con questi colori, pur troppo; replicò sorridendo Gisella. È stata anche la malattia di mia madre. Ma non esageriamo la cosa; riprese tosto la bella signora; altrimenti meriterò i rimproveri del generale, a cui queste bambinerie non piacciono. Affrettiamoci piuttosto ad andare in chiesa; dovrebbe esser quasi l'ora. Di che parler
Ma grazie al cielo non fu mestieri di bugie; la contessa Gisella appariva dal sentiero del bosco. Era un pochino affannata dalla corsa, e accesa in volto più dell'usato; ma il color delle rose le tornava bene come quello dei gigli. Venne innanzi leggera, saltellante come una bambina, sorridente come l'aurora. Non era un complimento, non una esagerazione il dire che con lei ritornava la luce.
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