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Aggiornato: 3 luglio 2025
¹ «Era la notte, ed io giaceva a cielo scoperto tra due colline, allorchè vidi venirmi innanzi Gabriele in compagnia di un altro spirito celeste. I due immortali si curvarono sopra di me; l'uno mi aprì il petto, l'altro mi svelse il cuore, lo premè tra le mani, e fece uscire la GOCCIA NERA, ossia il peccato originale, e lo ripose al suo luogo. Questa operazione non mi dette dolore.» Così Maometto.
Levossi da sedere questi pure, e Gabriele gi
Stettero quasi senza trar fiato ascoltando perché si fece per la selva sentire distintamente un veloce mutare di passi diretti a quella volta; ma ad entrambe fu per balzare dal petto il cuore trasportato dalla gioia improvvisa quando udirono la robusta e sonora voce di Falco far rintuonare la valle dei loro nomi. Esse risposero subitamente alla chiamata affacciandosi unite all'ingresso di quel diroccato edifizio: Falco riuscì in quel punto fuori dall'intricamento delle piante, precedendo Gabriele che lo seguiva per quell'oscurit
Era l'una dopo mezzodì. In casa lady Keith egli era conosciuto: don Gabriele vi accompagnava sovente il colonnello ed il marchese. Il portinaio lo lasciò entrare. Don Gabriele dimandò della cameriera di Milady. Impossibile di veder madama in questo momento, disse la cameriera. Ho pertanto bisogno di parlarle ad ogni costo. Davvero, vi dico che è impossibile. Arrivo da Roma, insistè don Gabriele.
Che? partite anche voi? Ah! per bacco, sì! sclamò don Gabriele, e cominciò a zufolare il ritornello di una canzone napolitana in voga: «Napole bello mio!».... Il gesuita restò pensieroso un momento, poi riprese: Vorreste rendermi un servigio? Due, tre, e tutta la mezza dozzina, se posso farvi piacere. Ascoltate. Io ho una lettera da mandare ad uno dei miei amici del Gesù Nuovo.
"Non dubitare, o Falco, ripetè Gabriele animato da visibile contento; mio fratello ti accorder
Noi abbiamo adesso una vendetta a pigliare insieme. Un bravo! prolungato, seguì queste parole. Gabriele si alzò con impeto, e stringendo Filippo fra le sue braccia, gridò: A te, per la vita e per la morte: tu sei mio fratello. In quel momento, il carceriere in capo comparve e disse a Filippo che il direttore lo chiamava. E' lo condusse seco. Era il conte di Altamura che lo chiamava.
Falco restò muto a tali accenti, guardò quel giovine con occhio di compianto, chè certo non era solo in quel punto che scopriva l'arcano dell'amor suo, e quando Gabriele s'ebbe ricinta la spada che aveva deposta, presolo per mano, uscì di l
Maria alzò con alterezza il capo: il suo sembiante parve irradiato da una sublime fede... Gabriele non è mio amante, ma il mio sposo proruppe con una specie d'impeto. Fra pochi giorni dobbiamo essere uniti ed egli ha rinunziato per me ad una fanciulla ricchissima, che non amava.
La voce le mancava: un'emozione dolorosa l'assalse, le velò gli occhi di lacrime. Gabriele le cinse con le braccia la vita e traendola dolcemente a sè, le disse con voce tenue come un sospiro: Adriana non piangere, non affannarti: io sono tuo per amarti, ed obbedirti: ripartirò... Grazie, amico mio... grazie.
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