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Aggiornato: 22 giugno 2025


FILIGENIO. Cosí, al contrario, la cattiva educazione è la fucina dove si fabricano gli strumenti della ruina della misera gioventú; perché, mancando per l'immatura etá la virtú moderatrice dei temerari desidèri della strabocchevol concupiscenza, corre sfrenata ad ogni precipitoso consiglio, e le buone qualitá della natura vengono atterrate e tiranneggiate da' vizi e difetti del tempo.

Siamo a Genova; entriamo in un buio portone della via Sauli, presso Canneto il Lungo; saliamo due scale anche più buie, ed eccoci in una stamperia, che è l'officina, anzi la fucina della Nazione, di quel giornale quotidiano, che era nato da pochi mesi, che doveva morire un anno dopo, ma che morendo potè dire il suo vixi, senza esser notato di vanagloria.

Il vecchio elmo di Scipio, Che ti stracciò la chioma, Lascia alla morta polvere Dell'infeconda Roma. Sorgi, fanciulla, al tenero Sospir d'un nuovo amore Di nuove nozze a tessere La veste tricolore. Stesa la mano al vomero, Cinta di fiori e spiche, L'opere tue vendemmia Sulle memorie antiche: Forte dall'urne esauste Di mutola rovina Il risonante spirito Aliti la fucina.

È sorprendente vedere come possano ottenere una relativa finezza e perfezione di lavoro, mentre il loro laboratorio è una miserabile capanna, la tavola da lavoro, la terra, la fucina, un fuoco acceso contro due pietre disposte ad angolo e ravvivato dal soffio ottenuto comprimendo una pelle da capra; i ferri, qualche rozzo scalpello o punta d'acciaio.

La coltura estensiva richiedeva macchine. Qualche povero fabbro italiano audace e volonteroso tentò di copiare le macchine straniere che capitavano nelle sue mani per le riparazioni. Riuscì. La sua fucina si ampliò a poco a poco, divenne officina, divenne fonderia.

Partì poi per Ferrara, accompagnato sino a Fucina sulla nave dal doge, con gran corteggio formato dai principi italiani, dal Senato, dalla nobilt

Il cielo è divenuto la vivente fornace che formano, salendo, le fiamme dei loro occhi! Le mie ali s'abbandonano sulla marea dei loro rantoli.... Uno mi grida: «Abbiam dentro la gola una fucina ardente per far nuovi cannoni, e nei capaci serbatoi dei nostri polmoni abbiam di che gonfiare un dirigibile militare

L'ancora, mi disse un fabbro nudo fino alla cintura, re d'una fucina in cui si profondava fino alle caviglie nel polverio nero, s'arroventava la gola e lagrimavano gli occhi può pesare da 150 a 4000 chilogrammi, e alzava un martello da venti, lasciandolo cadere su un'incudine suonante come un concerto di dieci campane.

Voga! gridava ancora il principe impaziente di raggiungere il fuggente tesoro. Voga, e se non basta un marengo ne avrai dieci. Voga!" In questa fucina di servilismo che si chiama Italia, ad ogni passo si devono ricordare le glorie dei tiranni. "E se fosse una plebea? ruminava ancora nel suo soliloquio il principe. Che plebea d'Egitto? Ha forse Dio creato dei plebei e dei grandi?

Il grande laboratorio, la fucina diciamo così, degli articoli onde si componeva il nuovo o recente galateo sorgeva fuori la citt

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