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Grande frullo frullo frullo d'ali. Rimescolio, balzi e traslochi di pennuti. Si sveglia la bella Vluuruuum e si slancia al cancelletto. Tra i fili metallici, i due beccucci innamorati si incontrano, si sfiorano, sfiorano, sfiorano, sfiorano. Pagiolin è un maschio fiero, quasi un veterano del cielo.

Per me, e senza mestieri di tante licenze, conchiudo addirittura così. L'ho accennato in uno dei capitoli precedenti e lo ripeto in questo. Chiacchiere di fratellanza, di razze latine, d'interessi paralleli e via discorrendo, ne sentirete molte anche qui; ma non c'è da crederne un frullo.

Lucia vi giunse in pochi minuti. Al cigolio del cancello di ferro, che stentava ad aprirsi, frullò dalla pianta vicina, una capinera, che andò a posarsi un istante sopra il tetto della cappella, poi spiegò il volo alto. Il piccolo viale era ingombro di erba che conveniva acciaccare per percorrerlo.

Veniva dal fondo uno stormire di foglie, un frullo, un pispigliare sommesso, come se il bosco intero agitato dalla brezza fosse stato percorso da un fremito voluttuoso; e di tanto in tanto qualche vecchia corteccia si screpolava scricchiolando. Sole voci del mondo, giungevano confusi, quasi interrotti dall'intrico di foglie e di rami, i suoni delle campane che la lontananza faceva più flebili.

Come sollevato da un colpo di vento subitaneo, da una raffica, lo stormo si levò con un gran frullo di ali, sorse nell'aria in guisa d'un vortice, rimase un istante a perpendicolo su la casa; poi, senza incertezze, quasi che davanti gli si fosse disegnata una traccia, si mise compatto in viaggio, si allontanò, si dileguò, disparve.

Si pentì dell'atto, come in fin di vita non si sarebbe pentito de' suoi peccati; ma il pentimento non gli serviva un frullo, poichè Anselmo Campora s'era alzato da sedere ed accennava di voler uscire dalla baracca. Ora il Maso fu pronto ad intendere che se il Picchiasodo lo coglieva l

Quel che la bianca rosa Dolce profumo esala Son io: son io dell'ala Il frullo accanto al nido; Son io percossa al lido L'onda che lenta mormora e sospira. Nella sua dolce spira Il venticel mi vuole, Senton le mie parole Le foglie scosse e i rami, Tutto che cerchi ed ami Di me racchiude una memoria, un'eco.

Pochi baci gli bastano, e tendendo il becco tuba, tuba, tuba, tuba, con eloquenza morbida, gorgogliante, vellutata, rumorosa, ruvida, voluttuoosa, vorticoosa e insieme rorida di lagrimette eroiche felici. O mia Vluuruuuum faremo all'amore stanotte. Prima ti debbo raccontare. In quanto a voialtri, ali rammollite, imboscati senza fiato fiuto frullo, finite il vostro strepito!