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Crederò bene che, quando saranno state tassate o corrette le monete giá fatte, molte di quelle in progresso di tempo saranno poi guaste e fose, parte per rifarne altre, come si dice nel capitolo XLII, e parte nell'arte degli orefici, come si narra nel capitolo XL; e ciò per cagione delli rotti vantaggiosi, che in esse saranno per le loro varie finezze, pesi e valori.

E, se ben alcune monete, nelle quali fossero rotti vantaggiosi, fossero poi fose per le cause nel capitolo XVI giá dette, nondimeno ciò poco importa.

Si viene in cognizione ancora, per le giá dette ragioni, che, alterandosi di tempo in tempo per molte cause i prezzi e i valori di detti preciosi metalli, ne succede che vengono fose di mano in mano molte sorti di monete per farne altre delle medesime leghe, e nel farle vi si fanno entrare nei loro valori nuove soprafatture.

Ed il primo che fu di tal artificio ed operazione inventore, al mio giudicio, meritò poca lode. E, se si potesse vedere quanto abbia lavorato una zeca delle cittá grandi, non è dubbio che, quando tali monete fossero insieme unite e non fossero state fose e guaste, non solo molte case, ma anco una infinitá di palazzi impire di esse si potrebbono.

E, come per essempio, le monete, che anticamente spendere si soleano per soldi dieci l'una, sono state fose e guaste, e molte altre di poi fatte a loro similitudine, con men fino in ciascuna, si spendono cosí anco per dieci soldi l'una; e quello ch'io dico di queste, ciò di molte altre intendere si debbe.

E riuscirebbe tutto il contrario di quello che di presente si usa, cioè che da particolari persone sone fose e guaste di continovo quasi tutte le monete giá fatte, nelli valori delle quali sono comprese le fatture, facendone poi rifare altre con nuove soprafatture e con alterazioni di valori, per utile loro particolare e con danno grande, continovo dell'universale.

Per occasione del soggetto che di presente si ha da trattare, primieramente saper si dee che, come tutte le cose, che si comprendono sotto il peso, sotto il numero e sotto la misura, deono essere da una forma certa regolate, che ad un fin le guidi; cosí parimente nel maneggio dell'oro e dell'argento, per ridurre le cose che da essi hanno dipendenza al loro debito fine, ed in particolare il far monete di varie leghe o finezze, quali siano di giusti dati valori e di real corrispondenza in tutti li pagamenti nel conteggiarle, e che stiano per sempre nel loro giusto essere, e che non possano esser mai tose e guaste o fose per rifarne altre, è necessario trovare un ordine ed una regola che a guisa di forma ad essi serva.

E se bene, per li tempi passati, e dopo che fu diviso il regno de' romani e che fu partito il mondo e sottoposto a diversi prencipi, in alcune cittadi e province siano state fatte le monete cosí d'oro come d'argento a spese di chi le ha fatto fare; nondimeno, perché non fûrno compartite e fatte con le ragioni fondate sopra la corrispondenza di uno per dodici e dodici per uno, cosí delli pesi come delli valori, e con gli ordini universali, ma particolari e differenti da un luogo all'altro, però anch'esse sono sempre state guaste e fose da una cittá all'altra e da una provincia all'altra, per rifarne altre, come a tutti è cosa manifesta.

E, per queste sette cause principali, interminabili, ne vengon poi alterati di prezzi essi oro ed argento; per le quali alterazioni ne vengon anco di poi guaste e fose di mano in mano le monete fatte nei tempi passati per rifarne altre; e per le suddette cagioni non si può mai si potrá fare la tassa giusta alle monete giá fatte se non con l'ordine dimostrato: e cosí il caso loro va sempre di male in peggio, come di continovo manifestamente si vede.