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Aggiornato: 20 giugno 2025


Ma quel turco, bei?... Quel turco bei, perchè non si è fatto vivo?... È il vice presidente della Cisalpina!... Primarole non è il suo collegio?... È ammalato! borbottò il Fontanella con un'alzata di spalle. Almeno lo dice osservò il piccolo Calca maliziosamente. Sar

Era quella una bella sala del seicento, ma rovinata dal tempo e dall'abbandono, cogli stucchi rotti a pezzi, e le fenditure larghe nelle pareti e nel soffitto. Ci sarebbe stato pericolo, per tutta quella folla stipata, se l'ingegnere Fontanella, non avesse fatto puntellare il pavimento. Dalle finestre aperte, senza vetri, entrava il sole vivo, dardeggiante e il frastuono della strada.

Vengano a vedere! E il direttore sbuffò stizzito, con un'alzata di spalle. Se ne infischiava di quella gente! All'occorrenza il Fontanella, il Calca, il Bobboli, tutti quanti, avrebbero dovuto tirar fuori degli altri quattrini. Ma per la Cisalpina, per la riuscita della grande impresa, occorreva il capitale fluttuante, enorme, inestinguibile del pubblico, delle azioni.

Oltre al Tolomei, al Bobboli, a Pio Calca, oltre al marchese Duranti che dopo aver rinnegato Cantasirena quando ormai lo credeva liquidato e morto, adesso, per riamicarselo, comperava le azioni della "Cisalpina" oltre al Brunetti, al Vergani, al Bizzarelli, si mettevano in moto, si agitavano tutti i parenti e i dipendenti di costoro. E i radicali che lavoravano per il Tolomei, e i clericali che lavoravano per Pio Calca, e gli avversari del Bonforti, che volevano ad ogni costo il conte Bobboli!... Poi i venti ingegneri, poi i cinquanta assistenti, poi tutti gli altri che avevano da guadagnare, da lavorare, da sperare nella "Cisalpina" e anch'essi, alla lor volta, colle loro famiglie, i loro amici, le loro aderenze. E da una parte il prefetto e gli agenti del Governo, e dall'altra i sindaci, i comitati, le associazioni.... Più aumentava la folla, più s'ingrossavano gl'interessi, le speranze crescevano, si accendevano le passioni, gli odî, le guerre, le cupidige. E in mezzo a quella turba, a quella folla, l'architetto Fontanella, intrigante, strisciante, petulante; e sopra la folla, sopra tutto, Matteo Cantasirena, sempre olimpico, maestoso, sereno, sempre convinto nella giustizia della lotta elettorale, nella bont

Era la massa, cioè, degli operai, raccolti, arruolati, nei ceti più turbolenti ed infidi d'ogni paese, veri soldati di ventura e di sventura, rotti ai lavori più duri e più pericolosi, irritati dalle lunghe attese della paga, dai ripetuti inganni, dalle eterne cabale, dalla minacciata sospensione dei lavori; furibondi specialmente contro Matteo Cantasirena che li aveva per tanto tempo ubriacati di promesse e di declamazioni, contro il Fontanella, che mancava loro di parola, contro tutto il Consiglio d'amministrazione, che li lasciava senza lavoro.... Furibondi persino contro quel mite e buon Taddeo, che per ironia, per ischerno, chiamavano: il gamba di legno il Garibaldi perchè nelle sue nuove funzioni di sorvegliante, portava lo zelo, l'instancabile attivit

Veniva ad avvertire il colonnello, che una commissione di lavoratori voleva essere introdotta e sul momento. Il Fontanella guardò Cantasirena impallidendo e bisbigliando: Lo avevo preveduto! Sono qua io! Niente paura! E il direttore ordinò a Taddeo di chiamare quella brava gente. L'ingegnere e il segretario generale erano rimasti soli: Pio Calca si era dileguato lungo i corridoi dell'albergo.

Il pubblico ha diritto di sapere di che genere furono le compromissioni del Bonforti e del Ghirlanda! gridavano gli uni. L'inchiesta non deve arrestarsi alla soglia dei palazzi prefettizi! gridavano altri. E altri ancora: E neppure deve arrestarsi dinanzi alla sagrestia e alla Curia! Fuori tutti i pasticci della fabbricceria di Castellanzo col Fontanella!

Sorrise a questo punto anche il Fontanella, sorrise qualche altro; l'Arcangeli applaudì: Matteo Cantasirena era a posto.

Mariano Perego, impettito, trovata la definizione, trovò anche il cordoncino da ricacciare dietro l'orecchio. Avremo la rivoluzione, una vera rivoluzione, una rivoluzione contro di lei, contro il Fontanella.... e magari anche contro il Kloss.... la rivoluzione di chi non ne ha, contro chi non gliene vuol dare, la rivoluzione dell'appetito.

Ormai aveva capito tutto. Sua nipote era innamorata e predicare agli innamorati è come predicare ai sordi: lui non aveva tempo da perdere. Il matrimonio di Eleonora, la Navigazione Cisalpina, le elezioni di Primarole e di Castellanzo, il nuovo giornale Le Risorse Italiche da fondare un giornale giovane, fatto dai giovani e per i giovani non gli lasciavano tregua. Era continuamente in faccende, era continuamente sossopra: ora in visita dal prefetto, dal sindaco, ora a spasso col Casalbara, ora alla caccia del Brunetti, che doveva essere il direttore amministrativo della "Cisalpina" ed ora in lunghi conciliaboli con chi ne sarebbe stato il tecnico, l'architetto Carlo Fontanella, un vanitoso sfrenato, che era gi

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