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Aggiornato: 20 luglio 2025
Ripiglio il racconto, lasciato ieri in tronco per cagione di queste povere dita. Pilade era rimasto sbalordito, o fingeva. Sì, credo proprio che fingesse. Quello è un ragazzo che non si sbigottisce di nulla, e fa qualche volta il minchione per non pagar gabella; ma è un furbo trincato. Egli dunque stette un poco sopra di sè, a bocca aperta, come un vero baggeo; poi disse: Che discorsi son questi?
Poi, volgendosi a monsignor Pagni, che fingeva di non capire, esclamò con maggior forza: Ha inteso, monsignore? Che dici, Teresa? chiese Lucia maravigliata. Ma sì, rispose quella, non hai visto che ha la chierica? E con piglio buffonesco accennò la testa di monsignore, il quale, essendosi alquanto voltato, aveva posto in evidenza il segno ecclesiastico della tonsura.
La madre tirava un poco a sè la bambina e fingeva di sorridere, e quando era sola, in camera sua, soltanto allora, abbracciava la bimba, con una stretta frenetica. Don Ottaviano urlava: Ci farete ammazzar tutti, con quel vostro pomo tricolore!
Quando venivano visite, fingeva sonnecchiare, dormendo con un occhio solo. Quando le portavano le noci, le nocciuole, le mandorle brusche, allora il suo istinto bestiale si rivelava, frettoloso, vorace, gittando attorno occhiate diffidenti, come se qualcuno volesse rapirle la preda.
Fornita quella importantissima bisogna, Lorenzo Salvani aveva da tornare a casa, sebbene per pochi minuti. Quel giorno egli fingeva di dover contentare l'amico Assereto, facendo una scampagnata con lui, e non gli rimaneva più altro a fare che accennar la cosa a Maria, perchè non avesse da attenderlo per desinare. Il pensiero della fanciulla era l'unico rimorso che avesse in cuore Lorenzo.
Non so, rispose a una domanda della principessa, mi ha colto a un tratto questo malessere: nè riesco a spiegarmene neppur io la cagione.... ma ora sto bene. E si gettò al collo della principessa per darle i due baci, che le dava, e ne riceveva, di solito, ogni volta che s'incontravano. Era la prima simulazione, che essa commetteva, la prima volta che fingeva, dacchè era nata.
Una di quelle delle piú scaltrite era la schiuma, il puro estratto, il fiore; l'altra ha un cervello da Dio benedetto, che per poco scacciava ogni sospetto. L'astuta è morta, cotta, innamorata di quella dal buon core nel servente; ma dovea star la tresca mascherata per cose ch'io non dico per niente: donde fingeva far la spasimata.
Era il contrasto di Folco; questo, fine, amante delle buone lettere, coltissimo, con una fantasia impressionabile e con animo aperto alla bellezza; l'altro, duro, chiuso a tutti i gusti d'arte, imperioso e laconico. Ariberto fingeva sorriderne.
Intanto però cominciava a provare un principio di dispetto che quel solo, ch'ella preferiva davvero, non si curasse di lei. Enrico infatti s'era seduto in un angolo della sala, aveva acceso un avana e fingeva di stare guardando attentamente un album di fotografie. In sostanza spiava anch'egli Nan
La fanciulla, seduta sull'erba, con gli occhi bassi, con le guance tinte d'un leggiero rossore, fingeva d'esser tutta intenta a giocare con dei sassolini, mentre ascoltava Peppe, che, appoggiato al tronco d'una querce, con un braccio sulla bocca del fucile, parlava con una voce dolce dolce. Via, perchè metter su muso quando glielo diceva?... egli le voleva un gran bene, il cuore non mentisce.
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