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Aggiornato: 17 maggio 2025


Ella, che 'l ver fin a quell'ora tacque, vuol che Filandro a riveder ne vada col lume in mano il morto ond'egli è reo: e gli dimostra il suo compagno Argeo.

Ma il cieco suo desir, che non assonna del scelerato amor traer costrutto, cercando va più dentro ch'alla gonna suoi vizi antiqui, e ne discorre il tutto. Mille pensier fa d'uno in altro modo, prima che fermi in alcun d'essi il chiodo. 35 Stette sei mesi che non messe piede, come prima facea, ne la prigione; di che il miser Filandro e spera e crede che costei più non gli abbia affezione.

48 Poi che la notte scelerata venne, fuor trasse il mio fratel con l'arme in mano; e ne l'oscura camera lo tenne, fin che tornasse il miser castellano. Come ordine era dato, il tutto avvenne; che 'l consiglio del mal va raro invano. Così Filandro il buon Argeo percosse, che si pensò che quel Morando fosse. 49 Con esso un colpo il capo fesse e il collo; ch'elmo non v'era, e non vi fu riparo.

53 Come ne l'alto mar legno talora, che da duo venti sia percosso e vinto, ch'ora uno inanzi l'ha mandato, ed ora un altro al primo termine respinto, e l'han girato da poppa e da prora, dal più possente al fin resta sospinto; così Filandro, tra molte contese de' duo pensieri, al manco rio s'apprese.

55 Il timor del supplicio infame e brutto prometter fece con mille scongiuri, che faria di Gabrina il voler tutto, se di quel luogo se partian sicuri. Così per forza colse l'empia il frutto del suo desire, e poi lasciar quei muri. Così Filandro a noi fece ritorno, di lasciando in Grecia infamia e scorno.

Parola Del Giorno

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