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Aggiornato: 15 giugno 2025
Son prigioniero qui dentro? diss'egli, dopo un istante di pausa. No, in fede mia; rispose il duca di Feira. Che cosa farei d'una vipera come voi? Un farmacista se ne gioverebbe per le sue infusioni; io, che non ho infermi da risanare, ma soltanto amici da custodire contro i vostri morsi avvelenati, non vi terrò oltre il tempo bisognevole per istrapparvi i denti. Che cosa intendete di dire?
Ma poichè non era stato colto, poichè non c'era egli ad accusarsi, nè altri aveva detto nulla di lui, i rappresentanti del governo, i tutori dell'ordine pubblico, non avevano alcuna grave ragione per tener fermo; una in quella vece e fortissima per cedere, vogliam dire la cura che si pigliava di quel giovanotto di nessun conto un uomo di molti milioni, un pezzo grosso, come il signor duca di Feira.
Egli se ne andava a passi lenti e misurati, col capo chino sul petto, come se volesse contare i ciottoli della strada, verso la casa che si vedeva biancheggiare nel fondo. Il Giuliani affrettò il passo, per giungergli alle calcagna. Lo sconosciuto lo udì, poichè si volse indietro; e vedutolo, si fermò ad aspettarlo. Ella non s'argomentava di vedermi oggi una seconda volta, signor duca di Feira?
Il duca di Feira, che l'aveva accompagnata fin l
Ma fu un lampo; Aloise si padroneggiò, risospinse nel nulla tutte le larve che quella frase aveva tratte dal nulla, e con voce tremante per commozione, ma altiera, saettò con queste parole il duca di Feira: Signore, io sono il figlio di Alessandro di Montalto. Il vecchio fu colpito a sua volta, e più fieramente che non credesse Aloise.
Rinfrancato, non rasserenato, ritornò allora nel mezzo della camera. Il duca di Feira era seduto al suo posto, immobile, muto, senza togliere lo sguardo da lui. Perdonate; disse il giovane; tutto ciò è così nuovo per me!... V'intendo, Aloise; soggiunse il vecchio gentiluomo; ora fatevi animo, e leggete.
Così disse il duca di Feira con accento malinconico. Una nube passò dinanzi agli occhi del giovane, e il cuore gli si strinse sgomentito. L
Lasciate le vostre ricchezze a chi può averne bisogno più di me; diceva Aloise. Ai poveri, per esempio; e parecchie generazioni di cittadini benediranno la vostra memoria. Questa è anche l'opinione d'un mio vecchio amico, il duca di Feira, nel quale potreste ravvisare, vedendolo, una vostra antica conoscenza.... Cosimo Donati. Era un gran colpo, pel vecchio Vitali, il sentir proferito quel nome.
Un'ora dopo, Aloise riceveva una seconda lettera del duca di Feira. Il vecchio gentiluomo si scusava anzitutto con lui di non essersi recato egli in persona dal notaio, non avendoglielo consentito alcuni urgenti negozi: indi, venendo a toccare del desiderio di Aloise, gli accennava cortesemente che egli era come per lo innanzi padrone di andare e rimanere alla Montalda quanto più gli piacesse.
Ma, ripensando alla lettera cortese del duca di Feira, Aloise aveva tosto fatto disegno di scrivergli, raccomandando al vecchio gentiluomo d'essere a Lorenzo, al suo avversario d'un giorno, ciò ch'egli non poteva più essergli, protettore fino a quando occorresse, amico per tutta la vita. In questi pensieri, domandò di Lorenzo al gastaldo.
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