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Aggiornato: 6 giugno 2025


Disputar colle belve la terra L'uom fu visto, alle belve agguagliato; Gli elementi gli mossero guerra, Nulla il vinse: egli grande era ancor. Ma più grande il fe' guardo d'amore Ch'ei pentito osò volgere al cielo: Da quel guardo fu preso il Signore, Scese un giorno, e coll'uomo s'unì.

44 E se questo mi nieghi, io dirò dunque ch'in te non sia la di che ti vanti; ma che fu sol per crudelt

Che sia strutto Amore e chi lo fe', chi 'l pruova e chi gli crede! Io mai nol vidi. TIMARO. È Siro che ragiona. Lasciamili accostar. So che camina! O Siro, aspetta. SIRO. Che vai tu cercando, Timaro? TIMARO. Sono uscito de la strada per venirti dietro, ché sentiva bastemmiar non so che.

Vedi quanta virtù l’ha fatto degno di reverenza; e cominciò da l’ora che Pallante morì per darli regno. Tu sai ch’el fece in Alba sua dimora per trecento anni e oltre, infino al fine che i tre a’ tre pugnar per lui ancora. E sai ch’el dal mal de le Sabine al dolor di Lucrezia in sette regi, vincendo intorno le genti vicine.

7 Voglio che sappi, signor mio, ch'essendo tenera ancora, alli servigi venni de la figlia del re, con cui crescendo, buon luogo in corte ed onorato tenni. Crudele Amore, al mio stato invidendo, fe' che seguace, ahi lassa! gli divenni: fe' d'ogni cavallier, d'ogni donzello parermi il duca d'Albania più bello. 8 Perché egli mostrò amarmi più che molto, io ad amar lui con tutto il cor mi mossi.

Nel 1859 il bravo, l'infaticabile Malenchini si recò da Livorno a Firenze per spingere l'esercito toscano a quel pronunciamento che decise il Granduca a lasciar la Toscana. Peruzzi fe' parte del Governo provvisorio, il quale prese le redini dello Stato dopo il 29 aprile.

54 Pregato ho alcun guerrier, che meco sia quando io mi darò in mano al re di Frisa; ma mi prometta e la sua fe' mi dia, che questo cambio sar

Chi si contenta perchè mai di pianto Fe' spargere una stilla e tutto ha sciolto Verso il fratello il debito In fredda pace dormir

In quell'istante comparve il domestico, il quale recava lo sciampagna, le coppe, il servizio col : dispose tutto sopra un tavolino e si ritirò silenziosamente. E vuoi raccontar questo alla signorina? domandò Berto. Non ho ragioni per nasconderlo, disse Filippo. Berto gli fe' cenno di tacere: s'udiva nella camera prossima il fruscìo d'una gonna. Egli susurrò prestamente: Non dirle nulla!

Romagna tua non e`, e non fu mai, sanza guerra ne' cuor de' suoi tiranni; ma 'n palese nessuna or vi lasciai. Ravenna sta come stata e` molt'anni: l'aguglia da Polenta la si cova, si` che Cervia ricuopre co' suoi vanni. La terra che fe' gia` la lunga prova e di Franceschi sanguinoso mucchio, sotto le branche verdi si ritrova.

Parola Del Giorno

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