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Aggiornato: 4 ottobre 2025


Parlo di Giovanni Makart e della sua Entrata di Carlo V in Anversa. Come composizione, il quadro è pieno di difetti; come fattura, manca di originalit

In questo gruppo di famiglia abilmente fotografato dal signor Sardou c'è un avvenimento, l'unico della commedia: una gelosia suscitata da un equivoco. Questa commedia ha un peccato radicale di fattura: il nodo estraneo al soggetto.

47 Da che, donna (dicea), l'annello hai teco, che val contra ogni magico fattura, io non ho dubbio alcun, che s'io l'arreco l

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti , che ’l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore, per lo cui caldo ne l’etterna pace così è germinato questo fiore.

Intanto, tra un canto e l'altro di quel poemetto, tra un'ode e l'altra di fattura rollesca o vittorelliana, tra un capitolo bernesco e l'altro, egli studiava medicina. E appena era in caso di esercitarla la laurea non esisteva ancora nell'Universit

Il suo vestito semplicissimo di fattura era di velluto rosso e cadeva, fasciando i fianchi e allungandosi di dietro in un interminabile strascico. Sul suo petto posava una ricchissima collana di smeraldi.

Aspettate, vi dirò io quanto valgono: di cotesti ho trovato una quietanza! alzò di nuovo e corse nella sua camera. Il De Carlo la sentiva frugar febbrilmente in certi cassetti: poi ella tornò, tenendo in mano un'antica fattura scritta su carta ingiallita dal tempo. Eccovi.... venti.... trentacinque.... quarantaseimila.... Va bene; e oggi valgono qualche cosa di più.... V. E. vuole disfarsene?

<<Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta piu` che creatura, termine fisso d'etterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti si`, che 'l suo fattore non disdegno` di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore, per lo cui caldo ne l'etterna pace cosi` e` germinato questo fiore.

Les salons del principe Iscariott de Judoff si apersero a splendide feste. Il cavaliere e commendatore Ponzio Pilato, allora governatore di Gerusalemme; il vice-intendente conte Caifasso, don Anna il proposto della cattedrale, e molti cavalieri di antica e recente fattura, in una parola tutta l'aristocrazia della citt

Tu mel dicevi: «Dio non si mostra a sua fattura acerbo, Se non perchè l'amata a lui s'elèvi». Non tutte sue fatture hann'uopo eguale Di venir da procella aspra battute, Ma tai ve n'ha che senza orrendo strale In fiacca letargìa sarian cadute. Nondimen di mia forza ancor non posso, No, glorïarmi, e spesse volte ancora Son da tristezza e da piet

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