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Aggiornato: 23 maggio 2025
È il segretario, mi disse il Bazzetta, un notaio di Zugliano; egli serve simultaneamente cinque comuni: un morto di fame che ci mangia duecento lire all'anno per metterci sossopra gli archivi municipali. Venite. Mi trasse per un sudicio chiassolo in un sito dietro la casa del comune e quivi mi lasciò. Erano poche tese di terra sul ciglio dell'altura.
Molti di noi da due giorni non mangiano; le nostre mogli e i nostri figli hanno fame. Noi non chiediamo che della terra da lavorare!...». Non è inesplicabile questo nel paese che ha quasi un milione di chilometri quadrati di terra che aspettano il lavoro?
Vieni in casa mammetta, che accendo la lucerna e ti preparo il solito caffè e latte. Mi par quasi di aver fame anch'io come se avessi vogato e vinto. La signora Matilde era rimasta in compagnia di cattivi presentimenti. Pur troppo vedeva avverarsi quel che aveva sempre temuto.
Qual è colui che forse di Croazia viene a veder la Veronica nostra, che per l’antica fame non sen sazia, ma dice nel pensier, fin che si mostra: ‘Segnor mio Iesù Cristo, Dio verace, or fu sì fatta la sembianza vostra?’; tal era io mirando la vivace carit
L'opera che doveva vivere la chiamò con voce piana, e le ripiegate ali dell'aquila fremettero... Nel crepuscolo oscillante della culla la creatura aprì gli occhi e pianse: ~Ho fame.~
BALIA. Deh, per amor di Dio! ANASIRA. Io scherzo cosí teco. BALIA. Ti farei compagnia, se non avessi a ragionar con Mastica su questo fatto; e però son uscita e giá lo veggio venir in qua. MASTICA parasito, BALIA. MASTICA. Dicono i medici del mio paese che si trova una infermitá che si chiama «lupa», che dá una fame tanto affamata che quanto piú mangia piú s'affama.
E disse: Per l’amor dei vostri estinti, Non mi lasciate andare. È una cosa tremenda esser respinti Quando si ha fame.
Nei partiti non si guarda ai mezzi, e dalle più strane vie si confida la riuscita; e il nostro frate esultò quando vide le bande di Carlo V calar in Italia col Freundsberg e col Borbone; e quei miserabili che da un capo all'altro devastarono miserrimamente l'Italia, erano da lui sperati salvatori, e a Zuinglio scriveva: "Dio ci vuol salvare; scrivete al contestabile che liberi questi popoli; alle teste rase tolga il denaro, e lo faccia distribuir al popolo che muore di fame.
LAMPRIDIO. Poiché questi cerca privarmi d'ogni mio bene, cercherò prima privar lui della vita. TRASILOGO. Io darò tal calcio dietro a questo furbetto che lo farò andar tanto alto che, se ben portasse seco un fardello di pane, gli sará piú periglio di morirsi di fame per la via che morirsi della caduta.
A quegli uomini, prostrati dalla fame e dalle fatiche, egli mandava mantelli per ripararsi dal gelo notturno. Li visitò anche un giorno egli stesso, e disse loro: «Eccomi: io son colui che ritenete vostro nemico e di cui avete giurato la morte.
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