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Aggiornato: 3 giugno 2025


Se Giove stanchi ’l suo fabbro da cui crucciato prese la folgore aguta onde l’ultimo percosso fui; o s’elli stanchi li altri a muta a muta in Mongibello a la focina negra, chiamando

Non era facile impresa lo aprire quell'uscio. Toppa indiavolata! aveva detto il fabbro, in quella che cambiava per la seconda volta di grimaldello; e gi

L'ancora, mi disse un fabbro nudo fino alla cintura, re d'una fucina in cui si profondava fino alle caviglie nel polverio nero, s'arroventava la gola e lagrimavano gli occhi può pesare da 150 a 4000 chilogrammi, e alzava un martello da venti, lasciandolo cadere su un'incudine suonante come un concerto di dieci campane.

57 Mercurio al fabbro poi la rete invola; che Cloride pigliar con essa vuole, Cloride bella che per l'aria vola dietro all'Aurora, all'apparir del sole, e dal raccolto lembo de la stola gigli spargendo va, rose e viole. Mercurio tanto questa ninfa attese, che con la rete in aria un la prese.

Questi organi del mondo così vanno, come tu vedi omai, di grado in grado, che di prendono e di sotto fanno. Riguarda bene omai com’ io vado per questo loco al vero che disiri, che poi sappi sol tener lo guado. Lo moto e la virtù d’i santi giri, come dal fabbro l’arte del martello, da’ beati motor convien che spiri;

Costui era stato garzone di bottega presso uno stipettaio; poi si era accomodato da un fabbro; più tardi aveva mutato d'arte e di principale, ma non imparando altro che a darsi bel tempo e suonare la fisarmonica.

Ma se le tue parole or ver giuraro, dimmi che e` cagion per che dimostri nel dire e nel guardar d'avermi caro>>. E io a lui: <<Li dolci detti vostri, che, quanto durera` l'uso moderno, faranno cari ancora i loro incostri>>. <<O frate>>, disse, <<questi ch'io ti cerno col dito>>, e addito` un spirto innanzi, <<fu miglior fabbro del parlar materno.

Ma se le tue parole or ver giuraro, dimmi che e` cagion per che dimostri nel dire e nel guardar d'avermi caro>>. E io a lui: <<Li dolci detti vostri, che, quanto durera` l'uso moderno, faranno cari ancora i loro incostri>>. <<O frate>>, disse, <<questi ch'io ti cerno col dito>>, e addito` un spirto innanzi, <<fu miglior fabbro del parlar materno.

Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? quando in Faenza un Bernardin di Fosco, verga gentil di picciola gramigna? Non ti maravigliar s’io piango, Tosco, quando rimembro, con Guido da Prata, Ugolin d’Azzo che vivette nosco, le donne e ’ cavalier, li affanni e li agi che ne ’nvogliava amore e cortesia l

Ma quando la giornata è finita, e ogni operaio sta per tornare alla sua casetta, dov'è aspettato dalla moglie e dai figliuoli, allora il fabbro mette da parte il martello, il legnaiuolo la pialla, il compositore i caratteri, e ciascuno va in un canto della bottega, dov'è una fontana o una gran catinella d'acqua. Sotto la catinella, o accanto, c'è un pezzo di sapone.

Parola Del Giorno

branchetti

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