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Aggiornato: 4 giugno 2025
Non si conosce la felicitá se non si prova prima la miseria. Io dunque col fargli provar queste pene cosí pungenti e acerbe, gli fo saper i gusti piú suavi e piú dolci. Vi porgo ancora un altro aiuto. Essendo la scortesia dell'amato troppo superba e villana e ch'io non basto ad addolcirla, adopro questo compagno che vien sempre meco.
Ora, che mi sia permesso di aggiungere qui l'avant-propos con cui M. A. Peyrat volle annunziare la pubblicazione delle mie lettere nella Presse, affine di attestargli la mia riconoscenza. Gli dovevo un ringraziamento pubblico: glielo fo. «Noi segnaliamo all'attenzione dei nostri lettori la lettera seguente indirizzataci da Torino.
Ti fo troppo onore pormi con te. Una sola cosa ti scampa dalle mie mani: che ho troppo vantaggio teco ed io non voglio combattere con vantaggio: tu putto ed io gigante, tu nudo ed io coperto di piastre e maglie, tu con uno archetto ed io con pugnali, spadoni a due mani e pistoletti. Se tu fussi mio pari, verrei fin costá dove sei, per disfidarti. Ma tu a che ti risolvi?
24 E non lo bramo tanto per diletto, quanto perché vorrei vincer la pruova; e non possendo farlo con effetto, s'io lo fo imaginando, anco mi giuova. Voglio, qual volta tu mi d
40 Né potendo venire al primo intento, vengone ad un di non minore effetto: gli fo quei tutti ingiuriar, ch'io sento che per lui sono, e a tutti in odio il metto. Egli che non sentia maggior contento che d'ubbidirmi, senza alcun rispetto le mani ai cenni miei sempre avea pronte, senza guardare un più d'un altro in fronte.
Riguardandomi come il vostro migliore amico; mi conoscete da lungo tempo: sapete che quanto fo, lo fo di cuore. Ah finalmente non sono più sola! No, Gabriella: e se vi decideste ad accettare la mia mano, io sono sempre disposto, benchè non abbia voluto insistere, onde lasciarvi tempo a riflettere.... Addio intanto. Addio: vi attenderò con vera impazienza.
Sì, signore, disse questa sollecita: andavo a fare una commissione, e se la vuol sapere, andavo a cercar del lavoro. Mi avevano detto che la sarta, la quale abita costaggiù alla seconda cantonata, cercava delle cucitrici; e siccome io, non fo per dire, ma coll'ago e il refe in mano sfido qualunque siasi ad avere un punto più sollecito e più fino e più eguale, sono andata ad esibirmi... Eh sì! la mi ha detto che ne aveva gi
Non udite? SAMIA. Chi picchia? FESSENIO. Fessenio tuo. Samia, apri. SAMIA. Ora. FESSENIO. Perché non apri? SAMIA. Io mi alzo per metter la chiave nella toppa. FESSENIO. Presto, se vuoi. SAMIA. Non truovo il buco. FESSENIO. Or escine. SAMIA. Eh! eh! eimè! non si può ancora. FESSENIO. Perché? SAMIA. Il buco è pieno. FESSENIO. Soffia nella chiave. SAMIA. Fo meglio. FESSENIO. Che?
Tai son le preci che per te innalzate Da me son oggi, e sempre, o suol nativo: Breve soggiorno or fo in tue mura amate, Ma, dovunque io m'aggiri, appo te vivo! Carlo Muletti, e Delfino suo padre, Storici di Saluzzo. Io m'onoro dell'amicizia di Carlo, e parimente di quella del Maggiore Felice, suo fratello. Et stare fecit cantores contra altare. Perchè data m'hai questa ineffabile Sete di canto?
Il Maire protestava sbuffava, sudava: tutti volevano esser serviti alla prima ed egli non serviva nessuno: per temperamento fu deciso di dare solamente i biglietti d'alloggio agli ufficiali: mi fo prestare il berretto al tenente Mussi e in poco tempo non che con uno mi trovo con quattro biglietti in saccoccia.
Parola Del Giorno
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