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Aggiornato: 24 giugno 2025
usciron quei di sotto al ponticello, e volser contra lui tutt'i runcigli; ma el grido`: <<Nessun di voi sia fello! Innanzi che l'uncin vostro mi pigli, traggasi avante l'un di voi che m'oda, e poi d'arruncigliarmi si consigli>>. Tutti gridaron: <<Vada Malacoda!>>; per ch'un si mosse e li altri stetter fermi , e venne a lui dicendo: <<Che li approda?>>.
Tra gli African questo drappel venuto, questo drappel del cui valor favello, ne fece quel che del gregge lanuto sul falanteo Galeso il lupo fello, o quel che soglia, del barbato, appresso il barbaro Cinifio, il leon spesso.
46 Va pur, non dubitar, disse il fratello: e così venne Ariodanle cheto, e si celò nel solitario ostello ch'era d'incontro al mio verron secreto. Vien d'altra parte il fraudolente e fello, che d'infamar Ginevra era sì lieto; e fa il segno, tra noi solito inante, a me che de l'inganno era ignorante.
84 Vider Baiardo a zuffa con un mostro ch'era più di lui grande, ed era augello: avea più lungo di tre braccia il rostro; l'altre fattezze avea di vipistrello; avea la piuma negra come inchiostro; avea l'artiglio grande, acuto e fello; occhi di fuoco, e sguardo avea crudele; l'ale avea grandi, che parean due vele. 85 Forse era vero augel, ma non so dove o quando un altro ne sia stato tale.
6 De l'alato destrier presto discese, e lo lasciò legato a un arbuscello: poi si calò ne l'antro, e prima prese il corno, avendo ogni sua speme in quello. Non andò molto inanzi, che gli offese il naso e gli occhi un fumo oscuro e fello, più che di pece grave e che di zolfo: non sta d'andar per questo inanzi Astolfo.
Come 'l falcon ch'e` stato assai su l'ali, che sanza veder logoro o uccello fa dire al falconiere <<Ome`, tu cali!>>, discende lasso onde si move isnello, per cento rote, e da lunge si pone dal suo maestro, disdegnoso e fello; cosi` ne puose al fondo Gerione al pie` al pie` de la stagliata rocca e, discarcate le nostre persone, si dileguo` come da corda cocca. Inferno: Canto XVIII
Io mi tacea, ma 'l mio disir dipinto m'era nel viso, e 'l dimandar con ello, piu` caldo assai che per parlar distinto. Fe' si` Beatrice qual fe' Daniello, Nabuccodonosor levando d'ira, che l'avea fatto ingiustamente fello; e disse: <<Io veggio ben come ti tira uno e altro disio, si` che tua cura se' stessa lega si` che fuor non spira.
Io mi tacea, ma ’l mio disir dipinto m’era nel viso, e ’l dimandar con ello, più caldo assai che per parlar distinto. Fé sì Beatrice qual fé Danïello, Nabuccodonosor levando d’ira, che l’avea fatto ingiustamente fello; e disse: «Io veggio ben come ti tira uno e altro disio, sì che tua cura sé stessa lega sì che fuor non spira.
52 Dico così, per dimostrar che quello ch'io dissi allora, e che ti voglio or dire, né da viltade vien né da cor fello, ma d'amor vero e da fedel servire. Io ti conforto ch'al paterno ostello, più tosto che tu pòi, vogli redire; che poco saggio si può dir colui che perde il suo per acquistar l'altrui.
35 E come la via nostra e il duro e fello destin ci trasse, uscimmo una matina sopra la bella spiaggia, ove un castello siede sul mar, de la possente Alcina. Trovammo lei ch'uscita era di quello, e stava sola in ripa alla marina; e senza rete e senza amo traea tutti li pesci al lito, che volea.
Parola Del Giorno
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