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Aggiornato: 26 giugno 2025


È vero che coloro, spirati dallo Spirito santo, quel dissero che si legge, il quale credo tutto esser vero, come da verace dettatore stato dettato; quello, che i poeti finsero, fecero per forza d'ingegno, e in assai cose non il vero, ma quello che essi secondo i loro errori estimavan vero, sotto il velame delle favole ascosero.

Ma se a questo punto tacessimo, se non accennassimo ai colpevoli errori della classe d'uomini rappresentata in Francia dall'Assemblea, ma esistente per ogni dove, avremmo rimorso.

È lecito di sorridere delle illusioni di Cristoforo Colombo, partecipate ed accresciute da Martino Alonzo Pinzon; ma non è altrimenti lecito di riderne. Il sorriso è sempre benevolo: significa qualche volta la condiscendenza; qualche altra è un giudizio pietoso che facciamo di noi medesimi, stimandoci pienamente capaci, nelle stesse condizioni, di cadere negli stessi errori. Ridere, per contro, è da orgogliosi che si credono infallibili ed impeccabili; significa l’ironia, il sarcasmo, lo scherno; abbonda di solito nella bocca degli sciocchi, e in quella degli ignoranti, loro amici e compari. Vogliate, di grazia, considerare una cosa, anzi due. Prima di tutto, bene aveva potuto Cristoforo Colombo argomentare l’esistenza di un continente di l

«Avete torto a dolervi di me. Ciò ch'io sono, è opera vostra. Se il passato non mi costringesse ad arrossire, sarei certamente diversa, e potrei forse pensare senza rimorso ai lontani. Errammo; ma gli errori non debbono essere eterni. Così potessi io distruggerli, dimenticandoli; che di nulla nella mia vita avrei a pentirmi più oltre.

Il marchese a dir vero uomo di studio che aveva il capo ne' suoi incurabili e nelle sue medaglie non sapeva nulla della vita di Enrico. Questi per coprire ai di lui occhi i suoi errori, gli aveva restituiti dopo pochi mesi i tremila franchi che il marchese gli aveva prestati, dicendogli una piccola bugia per giunta.

Ma presto il poeta sentí noia della corte di Mantova, e poiché aveva trentadue anni e nell’amor delle muse non trovava tutti i conforti che sono nell’amor delle donne, venne a Bologna a prender moglie: una figlia del conte Ulisse Bentivoglio Manzoli e di Pellegrina Bonaventura, quella tal signora famosa per errori e bellezza, pareva fatta per lui.

Quel giorno, sotto la vetta del monte, Gino Malatesti incise tre nomi sulla corteccia di un faggio: il nome del Poeta su in alto; più sotto il nome di Fiordispina ed il suo. Oh, non c'era pericolo che facesse errori, scrivendo il nome di lei! Questi malanni non occorrono che in sogno.

Oh , mi parli di quelle! Con tanti errori, dovendo farsi aiutare dalle modiste, e se Dio vuole riuscendo ad imprestare ad una signora il vestito di un'altra. Del resto, ritornando sui generali, voglio ammettere anch'io che un po' di tempo si perda in queste occupazioni di societ

Che se il rispetto al Governo regolare inchiude per voi l'obbligo di sacrificare il Dovere Nazionale agli errori o alle colpe di chi sta in alto, l'obbligo di rinnegare la solidariet

E se si potesse fare il bilancio di quanto costano alle operose, infaticabili ed umili popolazioni rurali quegli errori e quegli orrori, quanto denaro, quante lacrime, e quanto sangue italiano!...

Parola Del Giorno

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