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Aggiornato: 11 maggio 2025


ERASTO. Ella è in punto di partorire e bisogna che si scuopra: un poco piú over un poco meno non importa. CINTIA. Forse fra questo mezo porebbe balenar per voi qualche raggio di speranza. ERASTO. mi basta sol questo; ma quando trattarete con lei in questo particulare, vorrei esservi io presente e ascoltarlo con le mie orecchie.

ERASTO. Farò come ti ho detto, ancorché ci vada il rischio di perdervi la sua grazia. DULONE. Fratanto farò la spia se Cintio venisse fuori, e mentre voi vi trastullerete con lei, s'egli si trastullerá con Lidia vostra sorella. ERASTO. Questo tuo suspetto è vano. Accostiamoci alla casa. Ma non so chi vien per qua: sará certo il capitano.

CINTIA. Dimandatelo a voi stesso che l'avete avuta in braccio tante volte: niuno sa meglio di voi che la conoscete come me. ERASTO. Non la potei mai veder bene perché eravamo all'oscuro o con un lumicino: cosí accordato fra voi per ingannarmi, come m'avete giá ingannato. Ma io vorrei che, imparando il mio linguaggio, mi dicessi chiaro chi fu quella.

ERASTO. Presto alla conclusione, ché sto attaccato alla corda. DULONE.... E come la domenica passata giaceste seco tutta la notte. Ella ne restò tutta stupefatta, che, essendo Amasia tanto sua amica e intrinseca, in una cosa di tanta importanza non si fusse fidata di lei.

ERASTO. Il matrimonio non è valido, perché non è contratto con colui col quale ella aveva l'animo; e se voi non foste cosí occecato dalla passione, un tal fatto lo reprenderesti in un altro. so come non vi morde la conscienza, che val piú di mille testimoni e accusatori. CINTIA. Che ho fatto altro di male che rubbar le dolcezze altrui?

ERASTO. Dicoti che Amasia è mia moglie e giá ci siamo sposati di nascosto, e giaccio seco quando mi piace a mio bell'agio ed è giá gravida di me: e se ben devrei tacerlo per amor suo, pur lo dico accioché non passi per qua; ché, cosí facendo, tu viverai sano e a me non darai fastidio di averti a romper la testa.

ERASTO. Uccidimi presto e non farmi morire d'una ferita immortale. DULONE.... Al fin le diedi i dieci ducati per amor vostro e le diedi la collana, ché la portasse ad Amasia.

Parola Del Giorno

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