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Aggiornato: 9 maggio 2025
Bart. de Neocastro, cap. 50, 51, 52, narra il proposito di Macalda con una strana chiarezza: illa enim flammam urentem gerebat inclusam, quam sub quodam taciturnitatis velamine quærebat si posset...... comprimere, credens inde suis circonvencionibus juvenem excitare, etc.
Sono spirto, e spirto è Dio; Nel suo sen mi salverò. In eo enim in quo passus est ipse et tentatus, potens est et eis qui tentantur auxiliari. Ah, nell'uom non v'è possa costante! E quell'io che poc'anzi era forte; Di repente in mestizia di morte Sento l'alma di novo languir! Grave incarco per me stesso Portar so di giorni amari, Ma pacato de' miei cari Ricordar non so il martìr.
«Non enim potest rationem hominis obtinere qui parentem animae suae Deum nescit: quae ignorantia facit ut Diis alienis serviat». LACTAN. Nascon insieme l'uomo e l'alto oblio del dritto ed anteposto a lui viaggio: dico 'l sentier, che al fin porge doi branchi, l'un stretto, dolce; l'altro piano, fello.
Multa sunt quae natura industriae nostrae reliquit facienda ut domina ancillae. Natura enim quae hominis vitio corrupta est multa incommoda generi humano parit. Oltra dirò: per qual cagion non svelli de le sanguigne mani di Tanéta la falce, che giammai non si racqueta troncar gli umani e farne polve d'elli?
Le sue manacce, da' ditoni simili a salsicciotti, non tremarono per nulla nell'elevar l'ostia santa: fece sentire con un susurrare solenne l'hic est enim.... Si spogliò, attraversò la chiesa quasi deserta inchinandosi davanti all'altar maggiore, si segnò con l'acqua benedetta, e uscì.
Stetti gran tempo in tale sterquilinio, nel qual concedo ben che l'alma exanima la troppo vaga ed addolcita letera, e molti uccide il canto d'esta cetera. Litera enim occidit animam. Qual è chi 'l creda, ch'oggi tanta insania la nostra veritá sí prema e vapoli?
Scrive non potere, per le turbazioni del regno suo, mandar forze in Italia, nè fare al papa il pagamento, ch'ei volea prima di ogni altro, per le spese sostenute da Roma negli assalti del regno. Era di 135,541 marchi; e dice Arrigo: Non enim credimus quod hodie princeps aliquis regnet in terris, qui ita subito tantam pecuniam possit habere ad manus.
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