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Aggiornato: 12 giugno 2025


«Nel canto II. il gran Maestro intende che Amedeo viene a soccorrerlo; egli parla co' duci di tutte le nazioni de' Cavalieri; e Trasideo visita Egina sua Sposa innanzi che andare alla muraglia a combattere

Non credo ch'a veder maggior tristizia fosse in Egina il popol tutto infermo, quando fu l'aere si` pien di malizia, che li animali, infino al picciol vermo, cascaron tutti, e poi le genti antiche, secondo che i poeti hanno per fermo, si ristorar di seme di formiche; ch'era a veder per quella oscura valle languir li spirti per diverse biche.

Non credo che veder maggior tristizia Fosse in Egina il popol tutto infermo, Quando fu l'aer pien di malizia

Compie furia infernal quella, che in alto Morte, mirando in giù dall'alte sfere, A Giordan degli Orsin Iddio destina: Ferito Trasideo, tratto è ad Egina. In guisa tal scotea torbido Marte L'Ispane genti.

chiedeva di Dio gli alti decreti L'Angel di Rodi a la difesa eletto In zelo ardendo, e con dimesse fronti Pure altri spirti a ripregar son pronti. Argomento del Poeta, nell'Amedeide maggiore: «Nel V. narrasi l'assalto fra Turchi e fra Italiani: Giordano Orsino lor duce rimane morto; Trasideo pieno di ferite è condotto ad Egina sua sposa

Dunque volgendo al caro albergo i passi Per varchi chiusi a le straniere genti, Ampia sala trovò, per onde vassi In loggia aperta a lo spirar dei venti: Quì con la vecchia madre Egina stassi Splendida in gonna di tessuti argenti, E con l'eburnee mani ordiva rete Di fila aurate, e di cerulee sete.

Su l'alte torri, e per la patria armato Ritrovai morte, ove cercarla è degno; Ed ora a farmi nel morir beato, Donna, fra le tue braccia a spirar vegno. Così disse egli: e per lo sen piagato Il sangue se ne va senza ritegno, E del letto cosparge ambe le sponde; Ed Egina il rasciuga, indi risponde: LIX

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