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Aggiornato: 26 giugno 2025


E finalmente il buon Terigi scrisse ciò che volle Gualtier, che cosí disse: 10 «Io Terigi, marchese e duca e conte e signore di eccetera, al guascone Filinor dice ch'egli ha le man pronte al duello minacciato e lo spadone; che sceglie il campo, e fia di dal ponte, di Senna in sulle rive, al torrione; ma avverto Filinor che prima impari che i duelli non seguon che fra pari.

Giá le moderne zuffe incominciavano, i duelli, i terzetti ed i quartetti, ed in quinto ancora battaglie appiccavano. Tristi a que' che al schermir sono scorretti; ché allombre», alle «concine», che fumavano, a' «trisette», a' «quintigli» ed «a' picchetti», si cambieran le lor borse in rigagni, ed averan rabbuffi da' compagni.

E sarebbe studio interessante il ricercare per quali ragioni un uomo come il Cavallotti, che non è vissuto rinchiuso nelle quattro pareti della sua biblioteca, svolgendo nella solitudine le polverose pagine dei classici greci, che anzi ha passato tutta la sua giovinezza in continue agitazioni di amori, di odii, di polemiche, di duelli, e che ha pagato miseramente con la vita questa irrequietezza e questa smaniosa rincorsa di ideali, diversamente giudicabili ma degne di essere rispettate dopo ch'egli le ha suggellate col sangue a Villa Cèllere.

Non c'era stata mano di ferro che l'avesse fatto piegare; la sua spada non ricordava il numero de' suoi duelli, e allora i duelli erano di moda come il ferraiolo a tre baveri e la cravatta a tre giri. Quanto alla vaga prescelta da questo giovane bruno, forte, affascinante, c'era davvero di che perder la testa.

Ai duelli, altronde, si era per antica consuetudine adusati. Al S. Ferdinando, tra le varie discipline che s’impartivano, non mancavano le cavalleresche. La scherma, una delle cinque piaghe, non gi

Ma il marchese di Vharè, che in dieci duelli aveva sfidata la morte baldo e insolente, in mezzo alla verzura d'un prato, o nel risonante frastuono d'una sala d'armi, solo, in quella camera muta e fredda, ebbe paura.

Attirati dal rumore siamo corsi tutti in cucina, e vedemmo una finestra caduta in frantumi, una damigiana rovesciata, un lago di vino sul pavimento, la Menica colle mani nei capelli, Martino che fuggiva per evitare il primo impeto del padrone. Che cosa era avvenuto per causare tanti disordini?... Una piccolissima causa aveva prodotto quei terribili effetti, proprio come molte questioni di duelli.

Non citava mai i suoi duelli, non alludeva mai alle sue fortune amorose, non nascondeva i suoi debiti e ci teneva molto al marchesato, quantunque non fosse di buona lega. Scettico ma freddamente cortese, aveva quell'aria indefinibile di padrone del mondo e di grand'uomo andato a male, che si fa ammirare dagli sciocchi... e gli sciocchi sono in maggioranza.

Parola Del Giorno

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