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Aggiornato: 31 maggio 2025
Avevi una fortuna, non l'hai più; avevi un'amante, non l'hai più; avevi un onore, esso è naufragato: sei un'anima fine e molle, un temperamento sensibile e debole, un cuore tenero e sentimentale e hai, insieme, un bisogno di godere, di esser felice, che è il tuo maggior bisogno; non puoi, dunque, combattere contro la miseria, contro l'abbandono, contro il disonore.
A dirti il vero non lo so bene ancora; ma credo non debba essere gran cosa perchè mi pare di aver udito, non ridere! che sia un portinaio. Un portinaio! sclamò il Sappia, balzando in piedi come preso da vero spavento. Tu conte O'Stiary, discendente... Bene lascia stare la genealogia!... Vestito da un sarto portinaio come un diurnista del Municipio? Ma è un tradimento, un disonore, un abbominio!
E quando ebbe notizia d'un'amnistia a lui accordata, la rifiutò sdegnosamente dicendo che non gli dava il core di rivedere l'Italia il giorno stesso in cui essa accettava tranquilla il disonore e la colpa.
Ma il cuore di Carlo Tittoli non batteva più. La morte gli era sembrata l'unica riparazione al disonore, che credeva ricaduto sul suo nome dal vile impiego che aveva accettato, l'ultimo balsamo alle ferite di un amore non corrisposto, che era stato la sola, la più grande, la infelice passione di tutta la sua vita!
Sì, o signora, esclamò Federigo, con accento drammatico, turbiamo l'onesta coscienza di quest'uomo.... Scandalizziamo addirittura. Noi ci amiamo, noi siamo due esseri colpevoli e felici, in procinto di fare una tragica colazione, mangiando la costoletta del disonore e bevendo il vino del tradimento... Signora, noi rotoliamo in un abisso... Senza fondo.... Noi potremo essere sorpresi.
Morire, prima che veder un duello tra voi e vostro cugino. Non chiamate colui mio cugino! Oh indegno! Come suo padre era destinato a versar l'onta, il disonore sulla nostra famiglia. Onta! Disonore! In che cosa vi ha disonorato? Se io vi credessi, ciò non tarderebbe. Voi mi offendete.... Sono pronta a dimenticare un uomo, che ora non devo più amare, a non più rivederlo, ed è così che mi parlate?
Più del disonore che sarebbe ridondato su di lui se il giorno seguente non avesse potuto far onore alla sua firma, più di tutte quelle torture morali, che sogliono atterrire gli uomini minacciati dalla rovina, don Pio era intimorito dal fatto di quella banda di lavoranti, che veniva fino a Roma, fino al suo palazzo, a chiedergli il pane. La sua immaginazione gli rappresentava quei lavoranti stracciati, macilenti, gialli per la febbre, trascinantisi a fatica sulle lunghe vie della campagna, e gli pareva che si avvicinassero, che gi
È non solamente una disgrazia e un disonore, ma bensì una perdita senza riparo. Più grande del mio bagno, per me. E tutto per colpa del vostro folletto innocuo, Mostro! Voglio andare a ricercare le mie bottiglie, dovessi per questo affondare fino alle orecchia.
Il disprezzo dei Romani per quegli infelici era così grande che si considerava come un'onta metter piede nelle loro sinagoghe, mentre partecipare al culto d'Iside, di Mira e di Priapo non era ritenuto affatto un disonore. Ed è strano che quel culto di Dio che in Roma rimase in ogni tempo libero da feticismo e idolatria, sia stato trattato sempre con tanto disprezzo.
Le persone da questa beneficate se la saranno certo ricordata, se la ricordava la fanciulla di Santa Eufemia, per lei campata dal disonore: ma i poveri, gli infelici, i disuniti cosa altro possono che amare?
Parola Del Giorno
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