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Aggiornato: 10 maggio 2025


Dove tra' mille che voleano e non osavano, Bartolomeo Maniscalco popolano, con altri molti congiurò a dar principio ai fatti. Intanto preparandosi le armi a respingere i sollevati di Taormina, deploravano i cittadini più posati la imminente effusione del civil sangue; il popolo stava a guinzaglio ; erano neghittosi i cospiratori. Forse allor fu, ch'entrata in porto una galea palermitana, dandosi a trucidar alcuni Francesi, affrettava l'evento : ma raro avviene in così fatti incendi scerner netto qual fosse la prima scintilla. Era il ventotto aprile. Scoppian tra la commossa plebe le grida «Morte ai Francesi, morte a chi li vuole!» e incominciano gli ammazzamenti: pochi allora, perchè il minacciar lungo avea sgombrato dalla citt

Deploravano essi l'acciecamento dei loro avversari; sforzavansi di aprir loro gli occhi coi ragionamenti; erano ascoltati con deferenza, ed anche con reverenza, ma appena erasi dileguato nello spazio il suono della loro voce, le ree passioni, l'invidia, l'ambizione forsennata, i privati rancori, gli stolti e ridicoli divisi superavano agevolmente la sana e incontrovertibile argomentazione di quei veri politici.

Il discorso del vecchio Pontefice fece profonda impressione. Molti ufficiali francesi avevano opinioni nettamente papaline, molti odiavano l'Italia; altri deploravano vivamente il legame che univa ora questa alla Germania, la quale aveva tolto a Napoleone l'onore di compire l'opera della liberazione d'Italia, ed ora era succeduta alla Francia nell'intimit

Ciò nondimeno, dodici anni dopo, la riforma non era ancora del tutto attuata tra le file dell'esercito veneto. Fino dal 1775 il Savio alla scrittura e l'Inquisitore ai rolli, concordi, deploravano in Collegio e presso il Principe le tristissime condizioni in cui versavano le artiglierie e le armi portatili, alle cui deficienze non era più in grado di porre rimedio il vetusto Arsenale di Venezia.

Molti giovani amici, spiriti indipendenti, deploravano e deridevano costui che andava a servire un partito, o come si dice dai furbi, a compromettersi; qualche giornaluccio avversario gli lanciò sul viso le solite impertinenze. Egli se ne turbò, soffrì, come soffriva sempre atrocemente delle grandi e delle piccole cose, ma rimase al suo posto. Era meno furbo e più coraggioso.

Soltanto, in quei giorni quaresimali, vicino alla Pasqua, colla nuova casa da ordinare, era tanto occupato che di rado poteva passare la sera cogli sposi. E mentre essi deploravano la sua assenza, egli, solo nel suo studio squallido come una cella da frate, si sforzava di leggere o di studiare, ma rimaneva sempre cogli occhi fissi senza veder nulla, mentre le lagrime gli sgorgavano sulle pagine.

Parola Del Giorno

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