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Eccola! l'isola dei portenti; la patria di Cerere, d'Archimede e dei Vespri, cioè dell'intelligenza e del valore. Archimede, prototipo dei favoriti dell'Onnipotente, trovava il globo da lui abitato cosa insignificante, paragonato all'infinito, e chiedeva una leva, il manico d'una scopa, per smuovere questo domicilio d'insetti. I Vespri! E qual popolo della terra ha i vespri?

Si era alle frutte, e l'allegria, insieme ai fumi del vino, vaporava dai cervelli al trono dell'Onnipotente, ma trovando per via i casigliani del pian di sopra ai quali non doveva tornar troppo piacevole quella posizione intermedia.

Allora trascorse nei giorni della gloria, sentì l'alito della fama, sorse, tolse la spada, e nobilmente avvolto nel mantello camminò nell'orgoglio della mente sollevata fino al pensiero dell'Onnipotente Distruggitore. Pargoletta ella era Tutta sorriso, tutta gioia: ai fiori Parea in mezzo volar nel più felice Sentiero della vita.

Alla mattina, la maggior parte di quella folla che avea pianto e giurato di seguire i precetti del solitario era ammassata nel peristilio d'una bottega ove si vende l'indulgenza di Dio a contanti, ove l'idolatria, sotto le forme della creatura, ha eretto il simulacro vano e mentitore dell'onnipotente.

Oh donna!... se tu fosti veramente creata, certo fosti concepita in un istante di sorriso dell'onnipotente! e certo il creato sorrise all'apparizione tua sulla terra! E che m'importano i tuoi cenci, le tue rughe, le tue malizie, figlie dell'educazione del prete!

La processione procedeva verso il maggior altare, e verso il maggiore dei furbi. I dragoni schieravansi in ala all'entrata del tempio, e gli alabardieri facean lo stesso nell'interno, dimodochè i servi di Dio, ministri dell'Onnipotente, sono sempre sotto l'egida di una provvidenza di ferro, sia essa nostrana o straniera. Sar

Il missionario diceva: Qui riuniti, io vi benedico, o miei cari, in nome dell'onnipotente Signore dei cieli e del mondo: forse un fausto momento non si rinnover

E fu veramente una scintilla divina che illuminò quei grandi nelle vie celesti, quando essi scorsero sotto l'etereo padiglione rotare i mondi e ne manifestarono alle nazioni attonite i moti, le leggi e l'armonia a loro impressa dell'Onnipotente.

«Certo, io sono quegli che adesso vedo scoperchiarsi i sepolcri, e sorgerne le anime del padre, dei fratelli, dei figli, da me uccisi, per circondare il mio letto di morte; io che intendo lo scherno, io le risa con le quali accompagnano il mio transito.... per te scendono gli Angioli del Paradiso, e ti apportano la pace; per te si parte dal trono dell'Onnipotente un raggio di gloria, sul quale ascender

L'occhio dell'uomo si sprofonda lontano lontano in cerca di un confine che la debolezza della sua conformazione ha impresso nella sua vista, ma che l'oceano non ha conosciuto giammai: lo sguardo si perde sopra la moltitudine delle acque, e finalmente è costretto di abbassarsi alla terra, mentre lo spirito freme alla idea che la creta non sia capace di sostenere la contemplazione degli elementi; siccome appunto l'anima temeraria che ardisce di volere penetrare dentro la nuvola che circonda il soglio dell'Onnipotente, dopo un lungo travagliarsi di abisso in abisso nel mondo intellettuale, sviene soverchiata dalla grandezza della immagine, logora dalla meditazione, vinta dalla certezza che l'Eterno non può esser compreso dalla forma destinata a morire.