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Il viaggio da Granata a Valenza, fatto tutto de un tiron, come si dice in Spagna, o d'un fiato, è uno di quegli spassi che un uomo ragionevole si piglia una volta sola nella vita. Da Granata a Menjibar, villaggio posto sulla riva sinistra del Guadalquivir tra Iaen e Andujar, è una nottataccia di diligenza; da Menjibar all'Alcazar di San Juan è una mezza giornata di strada ferrata, in un carrozzone senza tendine, in mezzo a pianure nude come la palma della mano, con quel po' po' di sole; e dall'Alcazar di San Juan a Valenza, tenuto conto di tutta una serata che si passa nella stazione dell'Alcazar aspettando il treno, è un'altra notte e un'altra mattinata, per arrivar poi alla sospirata citt

I giardini dell'Alcazar non sono molto vasti, straordinariamente belli; ma i ricordi che destano valgon più della vastit

La Casa de Pilato, posseduta dalla famiglia di Medina-Coeli, è, dopo l'Alcazar, il più bel monumento d'architettura araba che esista a Siviglia. Il nome di Casa di Pilato le venne da che il suo fondatore, Don Enriquez de Ribera, primo marchese di Tarifa, la fece costrurre, secondo si narra, ad imitazione della casa del pretore Romano ch'egli aveva vista a Gerusalemme dove s'era recato in pellegrinaggio. L'aspetto esteriore dell'edifizio è modesto; l'interno è meraviglioso. Si entra dapprima in un cortile, non meno bello di quello incantevole dell'Alcazar, cinto d'un doppio ordine di archi sostenuti da leggiadre colonne di marmo, che forman due leggerissime gallerie, l'una sovrapposta all'altra, e delicate tanto alla vista da far temere che rovinino al primo soffio di vento. Nel mezzo è una graziosa fontana, sorretta da quattro delfini di marmo e coronata d'una testa di Giano. I muri sono ornati, in basso, di fulgidi musaici; più su, coperti di ogni maniera di capricciosi arabeschi; qua e l