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No, non fia ver, che senz'amore al mondo Volga tua vita abbandonata e sola, Qual pèrsa gemma ai neri flutti in fondo, Qual bianco giglio in solitaria aiuola: Quant'alto è il cielo, e quanto il mar profondo, La forte ala d'amor penetra e vola, tu vorrai, leggiadra e debil tanto, Chiuderle il petto, e dar la vita al pianto.

Lungo il sentiere de' pioppi bianchi e de le tamerici, maga possente contro i maleficj, guida voi foste a 'l debil cavaliere. Ilare, accanto a voi, senza temere, io respirava l'aure innovatrici: mi battean ratte ne le cicatrici l'onde de 'l sangue tiepide e leggere.

Se ancora ti minaccia e morde spesso, contienti d'ira, ché ti fia gran palma: summa vittoria è 'l vincere se stesso. Non ' turbarsi un'incolpevol alma, s'ognor in lei piú l'odio si rinforza, ch'un gir leal non sa peso salma. Ma se considri ben sua debil forza, tu riderai di lor invidia ed onte: ardor di paglie subito s'ammorza.

E se troppo baldanzosamente vi paio di fare mentre io dico di lei d'ogni alto stile degna, incolpate sol Amore, lo quale mi fa sovente dire quello che di tacere assai mi fôra meglio, e, sognandomi piú volte, movemi a vaneggiare quanto ora sète per udire in questa mia debil cetra: LIMERNO

1 Quantunque debil freno a mezzo il corso animoso destrier spesso raccolga, raro è però che di ragione il morso libidinosa furia a dietro volga, quando il piacere ha in pronto; a guisa d'orso che dal mel non tosto si distolga, poi che gli n'è venuto odore al naso, o qualche stilla ne gustò sul vaso.

13 Dagli anni e dal digiuno attenuato, sopra un lento asinel se ne veniva; e parea, più ch'alcun fosse mai stato, di coscienza scrupolosa e schiva. Come egli vide il viso delicato de la donzella che sopra gli arriva, debil quantunque e mal gagliarda fosse, tutta per carit

E' da principio Picciola, e debil cosa: E non s'arrischia Di palesarsi: Poi di mano in mano Si discuopre, e s'avanza: e sopra terra Se'n va movendo, e sormontando a l'aura Tanto che il capo in fra le nubi asconde»

E, bench'i' veda alzandovi la testa mia virtú debil al salir tant'alto, di che sovente per viltá s'arresta; pur spiego l'ale, e quanto so m'exalto 've m'accenna il lume d'ogni lume, per cui non temo alcun spennato salto. In moerore animae deicitur spiritus. Pusillanimitati virtus succumbit.

Nondimeno allorquando dal tempio Uscir vedesi l'Onnipotente, Tra le mani d'un debil vivente, Pe' sentieri che tutti calchiam, Pare a noi che vieppiù ci sorrida, Che vieppiù ci si faccia fratello: Per pregarlo un impulso novello, Una nova speranza sentiam.