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Aggiornato: 2 giugno 2025


Si figuri!... Basta la parola!... E così dicendo alzò il bicchierino. Alla sua salute, signor Trebeschi. Poi volle toccare anche con Giacomino, e , nell'angolo buio del caffè, bevendo il vermouth, il signor Daniele firmò la cambiale. Il signor Facchinetti la cacciò subito nel suo portafoglio, col danaro degli interessi, e andandosene in fretta e furia, dimenticò persino di pagare il vermouth.

E ripensandoci, il signor Daniele sorrideva: sorrideva anche in quel fondaco melanconico, davanti all'uscio chiuso dello scrittoio della moglie. Birichina!... Birichina!... Ma... e Giacomo?... Perché Maddalena lo teneva sempre chiuso?... Se Giacomo avesse parlato? Se avesse confessato tutto? Allora ricominciava la paura e colla paura il pentimento.

Ma il Kloss era rimasto colpito, come gli accadeva di rado: col suo involtino di prosciutto di San Daniele che ballonzolava, tenuto col mignolo pel nastrino, continuò a seguirla passo passo.... fino a casa.

Tutti gli rispondevano di e il signor Daniele si era messo a gridare, a smaniare, a predicare anche lui, come faceva sua moglie; ma quando la vedeva in distanza tirava di lungo e si perdeva nel fondaco, non bastandogli il cuore di affrontarla una seconda volta.

Il signor Daniele era salito domandandole, di dietro l'uscio, perché non scendesse a pranzo, ed essa gli aveva risposto che era a letto coll'emicrania, che non aveva bisogno di nulla, che il giorno dopo sarebbe stata bene.

Maddalena, ormai fuori di , aveva, perduto affatto il lume degli occhi, e siccome Daniele, sebbene un po' scosso, con voce più rotta e più bassa, continuava sempre a rispondere, essa lo afferrò per la cravatta, per il colletto, e prese a scuoterlo violentemente. Basta di alzar la voce! Hai capito? Basta! Adesso basta, basta, basta! No... no... non basta!

Il salotto, una stanza fredda, con un forte tanfo di muffa, con pochi mobili diventati vecchi senza essere usati, non si era aperto se non per i grandi avvenimenti della famiglia; il matrimonio col signor Daniele, i funerali del signor Monghisoni, il giorno del battesimo dei figliuoli.

³ Prima della schiavitù babilonese non si trova nei libri santi veruna menzione di nomi speciali dati ad angeli, ma bensì il nome generico di malach adoperato indistintamente per significare: angelo, messaggiere, inviato. Difatti con questo vocabolo troviamo designati i messaggieri che Giacobbe inviò ad incontrare il fratello Esaù; l’angelo che impedì ad Abramo di sacrificare il figlio Isacco; l’uomo apparso a Gedeone per consigliarlo ed incoraggiarlo a prendere le armi per liberare la sua patria gemente sotto l’oppressione straniera; Mosè redentore d’Israele; gli uomini mandati da Mosè al re di Edom ecc. Invece in Daniele, che scrisse all’epoca della schiavitù Babilonese, gli angeli assumono nomi proprii: Michæl che sta alla destra dell’Eterno, Gabriele che sta alla sinistra di lui, Raffaele, Uriele ecc.; e Schammaele, e S

Finiamola! interruppe Maddalena. È ora di finirla col padre, col figlio, collo spirito santo! Non ne poteva più! Imparate da me a saper tacere, a saper comandare anche al proprio cuore e a farvi rispettare. E imparate da me ad educare, ed anche me ne vanto perché posso vantarmene ad amar con giudizio e con coscienza i propri figliuoli. Certo! replicò ironicamente il signor Daniele.

Lo fissò, lo fulminò con un'occhiata piena di sprezzo, di collera. Très sympathique, con... con, quel bel muso! E di colpo gli voltò le spalle e se ne andò per non scoppiare. Il signor Daniele impallidì; il sorriso gli morì sulle labbra. Che sua moglie avesse scoperto qualche cosa? Ma poi si tranquillò.

Parola Del Giorno

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