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Aggiornato: 16 giugno 2025
Il personaggio entrò in una camera da letto, la traversò ed andò a sedere in un gabinetto da lavoro o da preghiera. Quel ricovero, le di cui finestre sporgevano sul giardino, era tappezzato di raso cilestre a gigli d'oro. Sul muro, al fondo, penzolava un grande crocifisso di avorio, ed ai piedi di questo un inginocchiatoio di ebano.
Le colonne bonapartesche che s'avanzavano su Roma, eran tutte guidate da preti, che marciavano come guide alla loro testa, col crocifisso alla mano.
Sulla coltre, da una parte posava il crocifisso; dall'altra la spada, che da anni ed anni lasciava appesa nella corrosa e ammuffita guaina a lato del capezzale, e che venuto alla sua estrema giornata volle tenersi più vicina, come l'ultima memoria della passata vita. Stavano alla destra del letto, inginocchiate sul nudo terreno, alcune donne.
Il Santo era dipinto sul muro di quella cappella, a mani giunte dinanzi a un crocifisso, con a piè della croce un teschio e un libro, i cui fogli parevano assai bene agitati dal vento. Due lagrime gli colavano per la guancia scarna, e le stigmate apparivano infiammate e sanguinose.
Un Parravicini valtellinese fondò una chiesa privata a Caspano nel 1546: ma essendosi trovato un crocifisso fatto a pezzi, il popolo in furore arrestò lui, che al tormento si confessò reo di tal sacrilegio: ma a Coira protestò aver confessato solo per lo spasimo, e se ne accertò autore uno studente.
E così favellando stacca da capo del letto della Beatrice una immagine di Gesù crocifisso, e, gittatala sopra la coperta, prosegue: «Egli, troppo più che le mie parole, col suo silenzio v'insegna, sagrifizio che sia; egli per la redenzione di coloro che lo avevano offeso, lo offendevano, e l'offenderebbero accettò lo indegno patibolo; egli oppose alla giustizia eterna un riscatto eterno col suo sangue prezioso, battesimo perenne che ci scorre sul capo come lavacro di peccato senza fine rinascente...»
Stringeva nel pugno l’asta dello stendardo; lo stendardo della capitana, quello che portava il gran crocifisso in campo bianco; mentre gli altri comandanti, Martino Alonzo Pinzon, della Pinta, e Vincenzo Yanez, della Nina, discesi anch’essi nei loro palischermi, impugnavano gli stendardi delle loro navi; di bianco, alla gran croce di verde, accostata dalle iniziali del re Ferdinando e della regina Isabella, sormontate dalla corona reale.
Vedi eh! come mi esaudirono i santi! E trattenendosi alquanto sopra di se, poco dopo riprese: Ma un'altra preghiera conosco avermi esaudito Dio, e fu quando mi rilevai da letto, e per la seconda volta andai a prostrarmi davanti al Crocifisso miracoloso, e: Abbi misericordia, dissi, o divino Redentore, di me, e tu o mi dona lo affetto del padre, o richiamami alla tua pace.
Era una stanza che metteva i brividi solo a vederla. Le muraglie erano quelle nude e annerite della prigione. Un gran tavolo coperto da un tappeto nero occupava quasi per intero lo spazio: un enorme crocifisso appeso alla parete pareva che guardasse fieramente gl'infelici che venivano tradotti l
Gherardo Ismera. Come rimpiango il vostro sorriso d’allora! Non era crocifisso. Basta, via. Datemi le mani, perché io vi esorcizzi. Mortella. Nella mia imaginazione ho troncate le vostre e le ho conservate in fondo a uno specchio come nel ghiaccio. Gherardo Ismera. So anche quest’altra storia. Mortella.
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