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Aggiornato: 2 giugno 2025
Quei cinque lasagnoni, com'egli spesso usava chiamarli, con dimestichezza punto piacevole a loro, si domandavano, Tuccio di Credi, Lippo del Calzaiuolo, Parri della Quercia, Cristoforo Granacci e Angiolino Lorenzetti, soprannominato il Chiacchiera.
In quella lettera, che aveva scritta lì per lì, Cristoforo Colombo, senza muover rimprovero alcuno all’indisciplinato comandante della Pinta, lo invitava a raggiungere immantinente la squadra.
Quando venne la volta dei due amici, che sappiamo, Cristoforo Colombo non potè dire, naturalmente, che due nomi di battesimo, e per giunta non i veri ed autentici.
Impugnata l’asta della bandiera che l’alflere gli aveva presentata, Cristoforo Colombo fece un passo avanti e parlò alla sua gente.
Per andare alla Gomera, si passava davanti a Teneriffa, che è l’isola centrale del gruppo delle Canarie. Il gran picco di Teneriffa era proprio allora in piena eruzione vulcanica; maraviglioso spettacolo, che per la maggior parte dei marinai di Cristoforo Colombo poteva dirsi anche nuovo.
Era il giorno 24 dicembre, avanti l’alba, quando Cristoforo Colombo lasciò il porto da lui denominato della Concezione, per muovere verso la Punta Santa. Il vento spirava da terra, ma scarso, e le due caravelle facevano poco cammino. Ne fecero così poco, che alle undici della sera la Punta Santa era ancora una lega e mezzo lontana.
Poteva dire d'averla intesa quella parola nel poco tempo dacchè conosceva Guido di Reana; poteva dire d'averglielo accordato questo perdono! E si tornava sempre da capo! L'amore è fatto così era la scusa di Guido. Ella sospirava. Amare è dunque la stessa cosa che tormentare? Da più giorni il Cristoforo Colombo era ancorato nel bacino di San Marco.
Il giorno seguente, Cristoforo Colombo chiamò a consiglio gli ufficiali della spedizione e i piloti delle due marinaresche, della Santa Maria naufragata, e della Nina superstite.
Che c’era egli di vero in quella chiacchiera? La tribù dei Siguaiani, tra cui si trovava allora Cristoforo Colombo, parlava un dialetto poco intelligibile agli interpetri della forza di Cusqueia.
Figliuol mio, disse Cristoforo Colombo, non vi date pensiero di me. So bene che il trionfo di Ferdinando è la perdita d'ogni speranza mia, d'ogni fede nella giustizia degli uomini. Ma se Iddio non volesse farmi morire contento?... Tutto quello che accade dimostra che questo è il suo alto disegno. Sia fatta la sua volont
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