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Aggiornato: 2 giugno 2025
Lo studio di Cristoforo Colombo e de’ suoi piloti fu repentinamente interrotto da un grido d’allegrezza. Quel grido, ripetuto e rinforzato da molte voci, veniva dalla Pinta. L’almirante uscì tosto in coperta, e vide Martino Alonzo Pinzon, ritto sul castello di poppa della sua caravella, che alzava le mani al cielo, in atto di giubilo, gridando a squarciagola: terra! terra!
Cristoforo Colombo aveva seguitata la Corte. Il capitano Fiesco seguitò dunque il suo viaggio, muovendo lungo il corso dell'Adar
Era nato a Prato vecchio, nella famiglia di messer Cristoforo Landino, e il nome patronimico lo aveva avuto da un frate di Casentino, guardiano al Sasso della Vernia, che l'aveva preso a ben volere, e, vedendo la sua inclinazione all'arte del dipingere, lo aveva acconciato con Taddeo Gaddi, nel tempo che questo valoroso scolaro di Giotto era a lavorare nel suo convento.
Ed egli? Ed egli neppur questo ha voluto accettare. Nessuno gli ha parlato per Voi, dei potenti amici che vi hanno in altre occasioni assistito? Il Quintanilla? il Santangel? Morti! rispose Cristoforo Colombo, traendo un sospiro; morti come il cardinale di Mendoza, che fu mio protettore costante, e nella cui bara dovevo io per grande fortuna essere trasportato da Siviglia alla Corte.
Fu appunto in quel tempo, fra il sesto e il settimo mese di Bebè, quando l'apparizione del primo dente in bocca alla figliuola era salutata da Diana come il primo apparir della terra dai compagni di Cristoforo Colombo, fu appunto allora che il professore Alberto Varedo veniva sollecitato all'adempimento d'un nuovo dovere, quello di servir la patria nella politica.
Vincenzo Yanez Pinzon, valoroso uomo, devoto a Cristoforo Colombo quanto il suo fratello maggiore Martino Alonzo gli si era mostrato avverso e disubbidiente, rimproverò con acerbe parole i fuggiaschi, ricusando di riceverli a bordo.
Cristoforo Colombo era stato a sentirlo con molta attenzione, senza mai interromperlo. Quando vide che aveva finita la sua perorazione, gli disse:
Nel complesso, tutte le notizie si accordavano in ciò, che la presenza delle Sirene non era di buon augurio per chi le vedeva. E i marinai di Cristoforo Colombo, data la sua parte alla curiosit
Cristoforo Colombo passò sulla fronte della sua marinaresca, andando verso il gavone di prora.
Con tutti questi pensieri che gli ribollivano nell’anima, Cristoforo Colombo ai era affrettato a chiedere al cacìco una delle sue piroghe più veloci, con quanti più rematori del paese potessero starci alla voga. Uno spagnuolo andava con essi, portando al Pinzon una lettera dell’almirante.
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