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Aggiornato: 2 giugno 2025


Ecco, vedete? è il primo raggio di sole che ci risplende, dopo tanti giorni di nuvole. Anche la primavera vuol mostrarsi, ora che voi ci arrivate. Ah, come siete stato buono a muovervi per me! Poteva dubitarne Vostra Eccellenza? rispose il capitano Fiesco. Lasciate i titoli; riprese Cristoforo Colombo. Non me li d

Mangiava come loro, ma non parlava; era vissuta due o tre anni, e tutte le volte che passava davanti alla chiesa si faceva il segno della croce molto divotamente. Sentito il marinaio inglese, era il caso di sentir l’irlandese, poichè nella marinaresca di Cristoforo Colombo c’era anche un concittadino di san Patrizio.

Capitolo XVIII. In fretta e in furia. La Nina era uscita dal Rio di Grazia, salutata dalle grida dei selvaggi, riconoscenti a Cristoforo Colombo per la liberazione di quei loro compagni che aveva catturati Martino Alonzo Pinzon. Seguitando il suo viaggio lungo la costa, l’almirante vide un bel promontorio, a cui, per ricordo della figliuola di Tolteomec, impose il nome della Innamorata.

Queste cose, che tanto onoravano il Deza, mandò a ricordargli Cristoforo Colombo: ma è da credere che l'arcivescovo di Siviglia non potesse far più, per l'amico, nessuno di quei buoni uffici che aveva fatti il lettore di filosofia del convento di San Domenico in Salamanca.

Verso le dieci di sera, Cristoforo Colombo stava sul cassero di poppa, esplorando ancora con gli occhi fissi il buio orizzonte. Tutto ad un tratto, gli parve di vedere in lontananza risplendere un lume. Era piccino e tremolante, come il lumicino della favola; e l’almirante credette a tutta prima di aver traveduto.

Cristoforo Colombo aveva chiamato Pablo sul cassero di poppa, e Damiano era corso dietro a Pablo.

Pareva proprio che quel vento da ponente si fosse levato solamente per dar ragione a Cristoforo Colombo, contro il suo equipaggio, e che, dopo aver fatto quella buona testimonianza per lui, non avesse più motivo di soffiare. Cadde, infatti, e il 23 ripigliò la brezza di levante, con cui si poteva andare a gonfie vele per la rotta stabilita.

Mentre così lavoravano gli equipaggi, Cristoforo Colombo risaliva ancora una volta alla residenza del cacìco, per informare l’amico Guacanagari della sua nuova intenzione.

E ridendo, Cristoforo Colombo diede licenzia ai due concittadini di seguire la spedizione entro terra. Damiano saltò dalla gioia, e subito corse ad avvisare il compagno.

Preceduto dal suo trombettiere e dall’alfiere che portava la bandiera di Castiglia, l’almirante entrò dal ponte levatoio nel forte. I due equipaggi, armati di archibugi e di scuri, lo seguirono, andando a schierarsi contro le palizzate. Cristoforo Colombo, avendo Guacanagari al suo fianco, e i suoi ufficiali d’intorno, prese posto in mezzo al quadrato.

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