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Aggiornato: 26 maggio 2025
Uno dei primi ad infervorarsi della riforma fu Francesco Minicio, detto così secondo l'uso d'allora da Menaggio sua patria , lodato da Erasmo di Rotterdam e dall'Alciato, e cui il Frobenio in una lettera a Lutero fa onore del titolo di eruditissimo e sacro alle muse. Egli da Basilea, dove molte opere di italiani eretici si stamparono, recò di qua dall'Alpi i libri di Lutero, ed essendo stampatore in Pavia ebbe modo di propagarne rapidamente le invettive, forse in buona fede lusingato dalle parole antiche onde si coprivano errori nuovi. Quei libri diedero una scossa agli ingegni, ed era per tutto un cianciar di teologia, come oggi si ragiona di politica ben o male, e presumendo ognuno di saperne quel che n'è, e riprovando chiunque non pensa come lui. Egidio della Porta, agostiniano comasco dopo esser frate da quarant'anni, nei quali aveva predicato con fama di singolare eloquenza, scriveva a Zuinglio come le verit
Il vecchio Melica, acceso in volto, narrava che i contadini erano stanchi di soffrire, che si ribellavano, scioperavano, uccidevano!... Dove?... Quando? chiedevasi da voci strozzate. Poco lontano... Più lontano... Nel Mantovano... Più in qua... Sul Comasco... ... a Gallarate... ... da per tutto... Tutti parlavano: il lavoro languiva. Un guardiano passò: poi il padrone stesso, pallido, arcigno.
Oltre gli indigeni abitatori, tra cui durarono continue discordie, i Romani, i Longobardi, gli Elvezii e le genti Ispane, Galliche ed Alemanne pugnarono navalmente sul lago Comasco: qui si sfidarono da inveterato odio sospinte le fazioni Guelfe e Ghibelline: e come i mari di Panama e del Messico ebbe pure questo lago i suoi filibustieri, e furono i Cavargnoni, che sbucciati dai dirupi delle loro montagne lo occuparono per alcun tempo mettendo ogni luogo che assalivano a ferro ed a fuoco.
Parola Del Giorno
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