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Aggiornato: 15 giugno 2025


Emilia andò a guardare, socchiudendo le imposte. Per quanto si vedeva da quella finestra sul fianco della casa, l'uragano pareva cominciasse allora. Il monte di Santa Croce era fosco sotto le proiezioni oscure della nuvolaglia, e la collana d'uliveti che ne discendeva e si propagava sul versante, aveva preso il colore sinistro e scialbo dei giorni di tempesta.

Antonietta, giunta a mezza scala, si era volta all'abate che le dava il braccio, dicendogli: Mi sono dimenticata di prender la musica... e ho lasciato anche il velo che devo mettermi intorno al collo. Torniamo indietro! rispose l'Abate. E, mentre la cantante entrava di nuovo nelle sale, tutti parlavano della sparizione della collana. L'abate sentì a un tratto tremare il braccio di Antonietta.

La bocca troppo piccola, troppo infantile, era sempre un po' schiusa di traverso, per respirare: un primo mento piccolo, bambinesco, giaceva sopra un secondo, largo come una collana. Di collo solamente una linea. Poi un corpo quadrato, largo, senza linea di cintura, senza curva di fianchi, con due grosse travi per braccia, con due masse di grasso per mani, un grasso roseo, tutto pieno di fossette.

Spazio, io ti costringo, volando, a mettermi intorno al collo, incessantemente, senza riposo, ad ogni istante un sempre nuovo orizzonte!... Carezze sempre diverse e sempre più cupe!... Non è la Via Lattea, che m'abbellisce, in questo momento, una fulgida collana di perle che potrebbe inebbriare il collo della mia amica? Suvvia! Fa presto! In quale orizzonte stai dunque per rinchiudermi!...

una mano, una collana, l'impugnatura d'un brando traspare attraverso il sudario nero che li va coprendo. Pure in mezzo ad essi si stacca dal buio la linea d'un cero alto ben sette cubiti.

ERASTO. Non vorrei che costui patisse alcun male, per quanto mi val la vita, perché è il piú gentil, cortese e leal amico che mai nascesse, e mi ama svisceratamente. Volea ragionargli un poco de' fatti miei, ed è partito subito. Ma non so perché tardi tanto Dulone, il mio servo, ché ho mandato in dono una collana ad Amasia. Ma lo veggio venire.

Dálle questa collana; e sappia dirle ch'io glie la mando perché da lei intenda almen parte di mia sorte felice a cui si truova esser stata presente. Chi è piú contento al mondo? FILENO. È ben passata. Saranno pur finiti tanti pianti. Sempre ho sperato; ch'io sapeva bene quanto possa in noi l'oro che le porte che fosser di diamante rompe e spezza. Pensa che ci può il cor d'una donzella!

Cosí parimente si dirá dell'oro e dell'argento, che, quando si fanno far collane, vasi o altri lavori, non solo si pagano le fatture ma i cali ancora, e l'oro e l'argento cosí lavorato poi muta il nome suo in quello dell'opera e si nomina per «collana» o altro; e l'istesso fanno anco quando sono in monete ridotti, percioché mutano il nome loro e si nominano solo col nome della moneta.

Due minuti dopo la busta domandata era rimessa nelle mani del padrone, il quale l'aprì e fece sfolgorare agli occhi dei convitati l'oro e le gemme d'un'elegantissima collana. Tutti acclamarono alla magnificenza di quel gioiello.

La virago mi raccontò che la vecchia s'era seduta nella poltrona di Virginia e s'era lasciata morire. La collana di corallo se l'era presa la virago: glie la vidi al collo.

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