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Aggiornato: 20 maggio 2025
Ma vi vuol altro: l'affare era arduo per i grassi ministri di Dio! E perciò il nostro settario di S. Ignazio, maledicendo alla codardia dei ben pasciuti coccodrilli, recossi al campo del re di Napoli.
Il suo viso splendeva, i suoi occhi fulminei sorridevano, egli vedeva tutto, prevedeva tutto, nulla gli sfuggiva, avreste detto che egli assistesse ad una festa: ludum bellicum. Era un eroe? No, più che un eroe: egli creava gli eroi, perchè accanto a lui non si poteva essere codardi. E la codardia fu il solo peccato che Garibaldi non perdonava. Ricorderò un aneddoto.
Ma noi? L'Europa? L'Italia? Non abbiamo doveri? Ci adopriamo a compirli? Davanti all'agonia convulsiva d'un popolo suicida, dobbiamo abbandonarci a uno scettico sconforto ch'è codardia, o raccogliere, a seconda delle nostre tendenze, un legato d'ira o d'insana paura da quel letto di morte a rischio di preparare fra noi la ripetizione degli orrori compiti altrove?
Parevami codardia lo scendere, eppure trepidando sulla sorte della mia schiera e risoluto di raggiungerla, scesi. Venti minuti appresso ricomparve il contadino a riconfermarmi il fatto terribile. Dategli le due piastre e stesagli la mano, lo ringraziai stupefatto assai più della sua generosit
Incapace di trasformarne il pensiero e senza idee vostre, senza amore nell'anima, e buja d'intelletto dell'avvenire la mente, voi, d'incertezza in incertezza, di codardia in codardia, siete sceso a ricopiare la parte immorale, dissolvente, atea di Luigi Filippo. Vi circondano, inspiratori, dominatori or l'uno or l'altro, gli uomini di Luigi Filippo.
Quanta codardia in tutti questi uomini che ci circondano!... Tu solo, tu solo sei nobile e generoso, tu solo mi hai amata.... È vero? Strettamente abbracciati, gli occhi negli occhi, pareva che essi volessero trasfondere le anime in quello sguardo supremo. Sì, è vero: tu solo! Tu, che hai avuto paura di confessarmi l'amor tuo! Tu, che mi hai rispettata prima di amarmi!
Appena sorgeva quasi a gramaglia, vestito d'infausta luce il dì novello, Stefano siccome famelico lupo che s'aggira intorno all'ovile ove è la greggia, inoltrato sino sotto le mura di Nebiolo, alteramente sfidava Guidone e il chiamava a nuova pugna, e perchè vedea serrate le porte e niuno rispondere alle sue minacce, il tacciava di paura e di codardia.
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